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Accordo in salita sugli eurobond La spinta italiana, Berlino apre

Nonostante la volontà del presidente dell’Eurogruppo, Maio Centeno di superare le forti divisioni tra i Paesi membri del Sud e del Nord per concordare una risposta comune contro il coronavirus e predisporre un pacchetto di aiuti mai visto, la riunione che è diventata una maratona notturna, ha evidenziato tutti i contrasti all’interno della Ue. Stamattina dovrebbe arrivare l’esito della decisione. Germania, Olanda, Austria e Finlandia hanno puntato a limitare gli aiuti Ue a prestiti per 540 miliardi: 240 del Fondo salva Stati (Mes) per i governi, 200 dalla Bei per le imprese e 100 per il progetto Sure anti-disoccupazione. Per Italia, Spagna, Francia e altri Paesi in difficoltà non bastano. Insieme hanno appoggiato la proposta del ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, di darsi ‘2-3 mesi per definire i dettagli di funzionamento’ di un Fondo europeo per ‘una strategia di rilancio fondata sugli investimenti’, tipo Piano Marshall. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha escluso compromessi al ribasso, ma il ministro delle Finanze tedesco Scholz ha accettato solo i prestiti dei tre strumenti, aprendo alla concessione di ‘condizioni minime’. (Ved. anche Il Sole 24 Ore: ‘Eurogruppo, braccio di ferro sul fondo per la ricostruzione’ – pag. 6 e Italia Oggi: ‘Coronabond, è muro contro muro’ – pag. 4)


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