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La spesa per interessi vola a 76 miliardi, 10 in più del previsto

Quest’anno gli interessi costeranno il 4% del Pil: in valore assoluto si tratta di quasi 76 miliardi, ossia 10 in più di quanto messo in conto ad aprile dal Documento di economia e finanza. Se si allarga il confronto alle stime di 12 mesi fa l’aumento sale a 21 miliardi. Numeri che spiegano chiaramente la resistenza alle ipotesi di scostamento opposta dal governo Draghi e che limitano gli spazi di azione anche per il futuro. Perché con queste cifre uno scostamento costa tanto. Il motore della più improduttività delle voci di spesa pubblica è doppio. Una spinta immediata è prodotta dall’inflazione che moltiplica il valore delle cedole dei titoli indicizzati. Ma l’accelerata più strutturale è quella determinata dai tassi di interesse, che si prolunga nel tempo. L’aumento dei rendimenti è generalizzato, prodotto dalla politica monetaria di Fed e Bce che provano ad addomesticare l’inflazione. Ma come ha detto il ministro dell’Economia, Daniele Franco in Italia al rialzo dei tassi si somma l’allargamento dello spread tra Btp e Bund, salito di 150 punti base rispetto a settembre 2021.


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