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La web tax all’italiana è già in perdita

E’ ferma al palo l’imposta sui ricavi digitali introdotta con la legge di Bilancio 2018. La misura rischia di trasformarsi in un ‘prelievo a perdere’. E non solo per lo Stato ma per l’intero settore dei servizi digitali chiamati, in caso di mancati correttivi, a corrispondere un’imposta che secondo Netcomm è ad alto potenziale discorsivo sull’economia, poiché va a tassare i ricavi delle imprese digitali e non gli utili. Con una contrazione dei ricavi di quasi 2 miliardi e una perdita di oltre 16mila posti di lavoro, secondo lo scenario più pessimistico. In realtà lo stallo sulla web tax made in Italy è voluto. Il governo attende le decisioni della Ue sulla ‘digital service tax’ che, a sua volta, prevede una tassazione dei ricavi delle imprese digitali. La Commissione, però, sta lavorando a un’alternativa con l’obiettivo di individuare un nesso tra il servizio e il prelievo che vada oltre la stabile organizzazione.


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