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La crisi pesa sulla liquidità delle Pmi: il 53% prevede pagamenti in ritardo

L’inflazione generata dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dalle manovre restrittive della Bce preoccupa le imprese europee. Temono che la situazione evolva in una stagflazione. Il segnale che arriva dalla aziende Ue è chiaro. Sono pronte al peggio ed a stringere ulteriormente la cinghia. Ad evidenziare il sentiment è lo European Payment Report. L’analisi condotta simultaneamente in 29 Paesi europei a cui hanno partecipazione oltre 11 mila aziende, di cui oltre 800 italiane, evidenzia come il 51% di queste si dicano preoccupate dal possibile rallentamento nello sviluppo dell’attività dovuto all’aumento generalizzato dei prezzi. Nel 30% dei casi le imprese hanno preventivato l’avvio di piani di controllo dei costi tesi a preservare i margini. Non solo. A finire nel radar anche le richieste di aumento dei salari da parte dei dipendenti che non possono essere soddisfatte complice l’incremento dei prezzi. Infine, il 53% del campione analizzato afferma che l’andamento inflattivo potrà incidere negativamente sulla capacità di pagare in tempo i fornitori e ritiene che queste difficoltà potranno aumentare nel corso dell’anno.


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