Il punto Fiscale

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Dal 16 ottobre riprende l’invio (graduale) di cartelle esattoriali e pignoramenti



La conversione in legge del decreto Agosto non ha portato con sé l’agognato prolungamento del periodo di moratoria delle attività di riscossione. Nonostante un pressing incalzante, anche all’interno della stessa maggioranza, il Governo ha deciso che dal 16 ottobre 2020 riprenderanno tutti gli accertamenti esecutivi da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Via libera, dunque, a notifiche, accertamenti ed ingiunzioni fiscali emesse dagli enti locali. Ripartiranno anche le attività di riscossione forzata attraverso il sistema dei pignoramenti.

Sono 18 milioni i contribuenti con debiti iscritti a ruolo: 3 milioni di persone giuridiche e 15 milioni di persone fisiche di cui 2,5 milioni lavoratori autonomi titolari di Partita Iva. Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, rassicura che la ripresa della riscossione sarà graduale. Le notifiche degli atti sospesi a causa dell’emergenza epidemiologica ripartiranno ma diluite nel tempo. Secondo stime sarebbero pronti a partire circa 9 milioni di avvisi di pagamento fra nuove azioni esecutive e la ripresa del pagamento di rate sospese.

A determinare la sospensione della riscossione erano stati i decreti ‘Cura Italia’, ‘Rilancio’ e, da ultimo ‘Agosto’ per effetto dei quali l’attività di notifica delle cartelle dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione era rimasta sospesa a partire dall’8 marzo fino al 15 ottobre 2020. Questo, per far fronte all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Il differimento ha riguardato il termine di sospensione del versamento di tutte le entrate tributarie e non derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di accertamento esecutivi (anche in materia doganale e per tributi locali) e ingiunzioni degli enti territoriali affidati all’Ader. Volendo ripercorrere cronologicamente gli eventi ricordiamo che il decreto legge n. 18/2020 (meglio noto come ‘Cura Italia’) ha disposto la sospensione dei versamenti dall’8 marzo al 31 maggio. Termine successivamente esteso al 31 agosto dal decreto legge n. 34/2020 (decreto ‘Rilancio’). L’ultimo provvedimento, il decreto Agosto, ha prorogato al 15 ottobre la sospensione dei versamenti di tutte le entrate tributarie e non. Versamenti legati, come detto, a cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi di accertamento.

Dunque, la ripresa delle attività di recupero crediti posta in essere dall’Ader riguarda sia i debiti verso l’Agenzia delle Entrate, sia le ingiunzioni fiscali emesse da Regioni, Province e Comuni. Ripartono anche le attività di pignoramento su stipendi, pensioni e trattamenti assimilati.

I pagamenti ‘congelati’ per l’emergenza sanitaria, in scadenza dall’8 marzo al 15 ottobre 2020, dovranno essere saldati entro il mese successivo alla scadenza del periodo di sospensione, quindi entro il 30 novembre prossimo e sempre entro il 30 novembre andranno corrisposti gli otto pagamenti delle rate sospese con scadenze all’analogo periodo. Le operazioni di riscossione, infatti, non potranno essere avviate prima del 1°dicembre. I soggetti che allo scorso 8 marzo erano già incorsi nell’omesso versamento di tre rate mensili che, sommate alle 8 scadenti nel periodo di moratoria, determinano il superamento della soglia di 10 rate non pagate, potranno subire le espropriazioni dall’Ader a partire dal 1°dicembre. Coloro che, sempre all’8 marzo scorso, avevano debiti già scaduti, potranno ricevere le azioni di recupero dal 16 ottobre 2020. Da questa data, saranno destinatari delle notifiche delle cartelle di pagamento nonché delle ritenute derivanti da pignoramenti di stipendi e pensioni. Per le rate con termini calendarizzati successivi al 15 ottobre, invece, il riferimento è alla data riportata nel bollettino/modulo di pagamento allegati al provvedimento di accoglimento.

Chi riceverà una cartella di pagamento ma si trova nell’impossibilità di saldarla in un’unica soluzione potrà chiedere la rateizzazione del debito ed ottenere un piano a rate anche online. A tal fine ha a disposizione due mesi di tempo per far fronte al pagamento o per chiedere la rateizzazione del debito fino a 10 anni. La dilazione dei pagamenti rappresenta un’opportunità importante, soprattutto in questo periodo di difficoltà economica, perché consente di elaborare un piano di rientro adatto alle esigenze del singolo e alle disponibilità finanziarie. Inoltre la rateizzazione evita eventuali azioni cautelari o esecutive.

Al fine di prevenire il pericolo di contagio da Covid-19 l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha attivato numerosi servizi online disponibili sul proprio sito internet e sull’app Equiclick. Comodamente, da casa, sarà possibile svolgere la maggior parte delle operazioni senza la necessità di recarsi di persona presso gli sportelli. Per importi fino a 60mila euro, grazie al servizio ‘Rateizza adesso’, presente nell’area riservata del sito e dell’app Equiclick, sarà possibile accedere automaticamente ad un piano di pagamento articolato in 72 rate. L’Agenzia ha attivato anche un piano straordinario fino a 120 rate per le situazioni di grave e comprovata difficoltà economica.

I contribuenti che hanno già una dilazione in corso ma non riescono a far fronte ai propri impegni, possono chiedere una proroga che estende la durata del piano con il ricalcolo delle rate secondo le proprie esigenze. Fino al 15 ottobre, grazie al decreto Agosto, era possibile fruire di un’agevolazione che consentiva a cittadini e imprese di godere di una maggiore flessibilità nei pagamenti con la possibilità di ‘saltare’ fino a 10 rate (anzichè le ordinarie 5) prima della decadenza dalla dilazione. Dal 16 ottobre 2020 le nuove richieste di rateizzazione tornano ad essere sottoposte alle norme ordinarie sulla decadenza che consentono di omettere il pagamento fino a 5 rate, anche non consecutive, prima di perdere il beneficio.

È bene ricordare che sempre dal 16 ottobre per i pagamenti effettuati riprenderanno le verifiche degli enti pubblici che erano state inibite dal decreto Rilancio. In caso di pagamenti superiori a 5mila euro, l’ente pubblico, prima di effettuare il versamento, è tenuto a controllare se il beneficiario ha debiti nei confronti dell’agente della riscossione di importo almeno pari a tale cifra. In caso di riscontro positivo, l’agente della riscossione è tenuto a notificare l’atto di pignoramento presso terzi.

In base all’art. 154 del decreto Rilancio chi nel 2019 è decaduto dalla rottamazione-ter può chiedere una nuova dilazione delle somme residue. Tuttavia, se in precedenza lo stesso soggetto è decaduto da una dilazione pregressa, prima di chiedere un nuovo piano deve saldare le rate scadute. Ciò non vale in caso di rateazioni ancora in corso alla data di proposizione della domanda di condono. Per chi nel 2020 ha aderito alla ‘rottamazione-ter’ o al ‘saldo e stralcio’ c’è la possibilità di versare il dovuto, senza oneri aggiuntivi, entro il prossimo 10 dicembre. Infatti il decreto Agosto non è intervenuto sui termini di scadenza di questi provvedimenti, già oggetto di modifica normativa con il decreto Rilancio. A tal fine gli interessati devono prestare particolare attenzione perché in questo caso non sono previsti i 5 giorni canonici di tolleranza di cui all’articolo 3, comma 14-bis del decreto legge n. 119/2018.

Nel corso dell’Audizione in commissione Finanze e Tesoro del Senato del 6 ottobre 2020 il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha fornito alcuni dettagli sulle modalità operative del ritorno all’attività ordinaria. Come già anticipato, la ripartenza sarà graduale e calibrata in considerazione del periodo emergenziale in atto. Dai carichi iscritti a ruolo il proposito è quello di recuperare 6,2 miliardi di euro, ma non sarà facile anche perché i dati sul magazzino dei debiti iscritti a ruolo sono allarmanti per le casse dello Stato. Di fatto una fetta consistente del valore dei crediti vantati dall’Agenzia delle Entrate e dagli enti locali è inesigibile. Dei 987 miliardi di euro affidati all’Ader il 41% è di difficile recuperabilità perché riferiti ad imprese cessate, a soggetti nullatenenti o addirittura deceduti. Se poi ci concentriamo sul residuo 45% scopriamo che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha già svolto azioni esecutive o cautelari con deboli risultati.

A questi numeri aggiungiamo i 50 miliardi di euro per i quali l’attività di riscossione è sospesa per sentenze o per adesione da parte del contribuente a rottamazione-ter e saldo e stralcio, i 16,9 miliardi di euro oggetto di rateizzazioni in corso e i 74 miliardi bloccati da misure di tutela dei contribuenti, come l’impignorabilità della prima casa o i limiti ai pignoramenti su stipendi e pensioni.

a cura di Ugo Cacaci