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Aliquota Iva al 4% per la cessione dei gnocchetti non farciti con una minima percentuale di speck



Per rispondere alle esigenze del mercato una società che produce e vende pasta alimentare ha realizzato un nuovo tipo di gnocchi del tutto simile a quelli di patate. Si tratta di gnocchi non farciti, contenenti una minima percentuale di speck. Più precisamente, alla purea di patate viene incorporato dello speck IGP nella misura del 4% e per il restante 1% di sale, aroma naturale e spolvero di farina di riso.

Nella risposta n. 151 ad un interpello l’Agenzia delle Entrate chiarisce l’aliquota Iva applicabile alla cessione dei gnocchi non farciti.

Per la corretta qualificazione del prodotto in questione l’istante ha chiesto ed ottenuto il parere dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli secondo la quale, in base alla sua composizione, può essere classificato ‘alla voce SA 1902 tra le paste alimentari e nel rispetto delle Regole Generali per l’interpretazione della Nomenclatura Combinata alla sottovoce NC 1902 1910 tra le paste alimentari non cotte né farcite né altrimenti preparate non contenenti uova’.

Alla luce del parere tecnico con il quale l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha ricondotto gli gnocchetti descritti fra le ‘paste alimentari non cotte né farcite né altrimenti preparate non contenenti uova’, si ritiene che agli effetti Iva il prodotto debba inquadrarsi nella voce ‘paste alimentari’ ai sensi del n. 15 della Tabella A, parte II, allegata al Decreto Iva.

Di conseguenza, la cessione di tali prodotti deve essere assoggettata ad Iva con applicazione dell’aliquota del 4%.

articolo pubblicato il 04 marzo 2021
Ugo Cacaci