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Dal 10 maggio è consultabile il modello 730 precompilato per i redditi 2020 – Le novità dei servizi web in arrivo dall’Agenzia delle Entrate



09 maggio 2021 – ore 11:30
tempo di lettura: 05′ 30″

Il decreto legge n. 41/2021 ha prorogato di dieci giorni, rispetto allo scorso anno, la data a partire dalla quale i cittadini possono accedere e visualizzare il modello 730 precompilato per i redditi 2020. Da lunedì 10 maggio l’Agenzia delle Entrate aprirà il canale di consultazione della precompilata che sarà possibile modificare, integrare e presentare, in modalità telematica, a partire dal 19 maggio.

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, con il provvedimento n. 113064/2021 dello scorso 7 maggio, ha stabilito le regole di accesso al modello 730 precompilato da parte dei contribuenti, dei sostituti d’imposta, dei professionisti abilitati e dei Caf. Rispetto al 2020 queste sono aumentate anche grazie alla Carta d’identità digitale (CIE). Il contribuente interessato a conoscere la propria precompilata ha la possibilità di scegliere tra uno dei seguenti strumenti di autenticazione:

  • pin e password di Fisconline (che l’Agenzia delle Entrate ha rilasciato fino al 28 febbraio 2021)
  • Spid (Sistema pubblico dell’identità digitale);
  • Carta nazionale dei servizi (Cns);
  • Carta d’identità elettronica (Cie);
  • Credenziali dispositive rilasciate dalla Guardia di Finanza o dall’Inps;
  • Credenziali rilasciate da altri soggetti individuati con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Con questi strumenti, oltre ad accedere alla dichiarazione dei redditi precompilata, è possibile attingere alle informazioni relative al 730 precompilato e ai dati inseriti nella dichiarazione. Come già affermato il contribuente fai-da-te, effettuato l’accesso ed eseguite le verifiche dei dati, può decidere di inviare telematicamente la dichiarazione accettata oppure può apportare modifiche o integrazioni a partire dal 19 maggio.
Professionisti abilitati, Caf e sostituti d’imposta accedono direttamente al modello 730 precompilato per quei contribuenti per i quali i sostituti d’imposta hanno provveduto a trasmettere nei termini all’Amministrazione finanziaria la Certificazione unica (CU).

Prima di addentrarci sui dati della precompilata e sulle novità in arrivo nel 2021 è utile ricordare che dal prossimo 1°luglio, sul portale ‘Fatture e corrispettivi’ dell’Agenzia delle Entrate saranno pubblicate le bozze dei documenti precompilati Iva. Ci riferiamo ai registri delle fatture emesse e degli acquisti e le comunicazioni delle liquidazioni periodiche Iva. Dal 1°gennaio 2022, poi, sarà disponibile anche la dichiarazione annuale Iva. All’inizio solo per una platea sperimentale di soggetti passivi Iva, successivamente per tutti i contribuenti.

La precompilata 2021 per i redditi 2020 si caratterizza per la presenza di una maggiore quantità di dati precompilati di cui il contribuente si renderà conto una volta entrato nella sua area riservata dedicata alla dichiarazione dei redditi. Ci riferiamo a dati utilizzati e non per elaborare la precompilata stessa. Vi trovano posto alcune tipologie di spese detraibili, come quelle per l’istruzione scolastica, per la frequenza di asili nido, le spese funebri, veterinarie, universitarie, quelle per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e gli interventi finalizzati al risparmio energetico che si aggiungono ad altri oneri deducibili e detraibili già presenti. Per la prima volta vi trova posto il ‘bonus vacanze’ introdotto dall’articolo 176 del decreto legge n. 34/2020 meglio noto come decreto Rilancio per incentivare le vacanze presso le strutture ricettive del territorio nazionale fortemente provate dalla pandemia da Covid-19.

Ernesto Maria Ruffini ha reso noto che sono un miliardo le informazioni trasmesse nel 2020 all’Anagrafe tributaria con la dichiarazione precompilata, aggiungendo che dall’analisi dei dati emerge una costante crescita del numero delle dichiarazioni trasmesse direttamente dai contribuenti senza l’ausilio di intermediari abilitati. Da 1,4 milioni di modelli del 2015 siamo passati a 3,8 milioni nel 2020, ossia il 17% del numero complessivo dei 730 ricevuti.

La stagione 2021 si caratterizza per un nuovo servizio web in corso di definizione che consente agli eredi di consultare via web la dichiarazione dei redditi precompilata del defunto. A tal fine è necessario ottenere l’abilitazione, la cui richiesta va presentata ad un ufficio dell’Agenzia delle Entrate oppure tramite Pec, sottoscritta con firma digitale. L’erede autorizzato ad accedere alla precompilata del soggetto deceduto relativa all’anno d’imposta precedente, può ottenere telematicamente dall’ufficio l’abilitazione per l’anno d’imposta corrente. Se un erede, autorizzato all’accesso, ha inviato la dichiarazione 730 precompilata riferita alla persona deceduta oppure l’ha accettata o ha iniziato a modificarla, gli altri eredi autorizzati all’accesso possono comunque visualizzare e stampare i documenti messi a disposizione dal fisco relativi al defunto, ma non possono effettuare altre operazioni come accettare, modificare o inviare il modello. Alla visione della precompilata fa seguito la possibilità di invio della dichiarazione di successione e della domanda di volture catastali. La delega fornita dall’erede al Caf o al professionista abilitato per l’accesso alla dichiarazione 730 precompilata relativa al defunto consente di far acquisire ai collaboratori professionali la documentazione da cui si evince la qualità di erede. Nella delega devono essere indicati sia il codice fiscale e i dati anagrafici del contribuente per il quale viene richiesto l’accesso alla dichiarazione 730 precompilata, sia il codice fiscale e i dati anagrafici del contribuente delegante.

In fase di implementazione c’è anche una procedura telematica per la richiesta di registrazione dei contratti di comodato. Nel processo di digitalizzazione della PA assumerà un ruolo sempre più strategico l’anagrafe nazionale della popolazione residente, e dunque i Comuni. Decisiva sarà l’integrazione dei servizi delle Entrate con le piattaforme centralizzate delle altre pubbliche amministrazioni. La condivisione dei data base permetterà di selezionare i contribuenti sospetti sui quali concentrare maggiori attenzioni e dare ancora più impulso alla compliance.

In merito alla riforma del fisco il Recovery Plan ha dettato le tempistiche. Entro il 31 luglio prossimo dovrà arrivare la legge delega per razionalizzare l’Irpef . Due gli obiettivi: semplificare la struttura del prelievo e ridurre gradualmente il carico fiscale. In ogni caso sarà preservata la progressività dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Tra le ipotesi allo studio quella di ridurre gli scaglioni da 5 a 3. Le aliquote sarebbero così ripartite: 23% fino a 25 mila euro di reddito; 33% da 25 mila a 55 mila euro; 43% sopra i 55 mila euro. Successivamente sarà istituita una commissione di esperti che si occuperà dei decreti attuativi e di definire una riforma in tempi certi. L’Esecutivo è intenzionato ad avviare l’iter di riforma dal 2022 ma è probabile uno slittamento al 2023 per le posizioni molto diverse all’interno della compagine governativa. Per Ruffini la riforma fiscale deve puntare alla valorizzazione del patrimonio informativo disponibile attraverso l’uso incrociato delle banche dati. Certamente una spinta alla semplificazione con un corposo taglio di norme tributarie esistenti e la sostituzione con altre (poche) e più chiare faciliterebbe l’attuazione della riforma e migliorerebbe i rapporti contribuente-Fisco.

a cura di Ugo Cacaci

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