Decreto legge Aiuti: bonus da 200 euro anti-inflazione, crediti d’imposta e proroga al 30 settembre per il 30% del Sal legato al Superbonus
08 maggio 2022 – Ore 14:00
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Per finanziare il bonus da 200 euro a favore di lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati, necessario a contrastare il caro-inflazione, il Governo ha deciso di aumentare al 25% l’una tantum sugli extraprofitti delle società energetiche. Dopo un primo prelievo del 10% ne è seguito un altro del 15% per ampliare il valore degli aiuti rispetto alle previsioni iniziali.
Infatti, dai 5-6 miliardi della vigilia si è passati a 14 miliardi. Poco più di due serviranno per prorogare fino all’8 luglio gli sconti da 25 centesimi sulle accise di benzina e gasolio, ai quali si affianca il taglio di accise ed Iva del gas naturale per autotrazione. Dodici miliardi, invece, saranno divisi tra la misura anti-inflazione e gli interventi a favore di energia, imprese, lavoro, enti territoriali e accoglienza e supporto economico dei profughi ucraini. Tutto questo senza un nuovo scostamento di bilancio, nonostante le forti pressioni da tutto l’arco parlamentare. Dunque, il premier Draghi ed il ministro dell’Economia, Franco tengono la barra dritta e dicono no a nuovo deficit.
Le risorse a disposizione dell’Esecutivo ammontavano inizialmente a 6 miliardi di euro grazie ai 5 decimali di Pil che separano il deficit tendenziale (al 5,1%) da quello programmatico (confermato al 5,6%). Una rimodulazione dei fondi di sviluppo e coesione ha consentito di reperire altri due miliardi di euro. Non essendo sufficienti il Governo ha bussato nuovamente alla porta delle società energetiche avendo nel mirino i mega-guadagni ottenuti con il rialzo straordinario dei prezzi. A titolo di esempio, significativo, possiamo dire che l’Eni è passata da 270 milioni di utile netto nel 1° trimestre 2021 a 3,2 miliardi nel 1°trimestre 2022.
Dal contributo straordinario a carico delle aziende energetiche arriveranno i 6 miliardi per tutelare il potere d’acquisto di salari e pensioni, seppur in via temporanea. Il contributo di 200 euro arriverà a 28 milioni di lavoratori e pensionati con redditi fino a 35 mila euro. Ai dipendenti sarà erogato nella busta paga di giugno; ai pensionati nel cedolino di luglio. Per i lavoratori autonomi, invece, servirà un decreto attuativo. Nel novero dei beneficiari trovano posto anche i disoccupati, i percettori del reddito di cittadinanza, gli stagionali ed i lavoratori domestici.
Sul fronte energia il provvedimento approvato dal Governo lo scorso 2 maggio interviene per ridurne i costi, semplificare i procedimenti autorizzatori per la realizzazione di nuovi impianti e potenziare la produzione energetica nazionale. Il bonus sociale energia elettrica e gas, già previsto per il secondo trimestre 2022, viene esteso al terzo trimestre dell’anno in corso e sarà attuato dall’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambienti.
Il decreto Aiuti rafforza i crediti d’imposta a favore delle imprese per energia elettrica e gas. Sale dal 20 al 25% il credito d’imposta riconosciuto per il secondo trimestre 2022 alle imprese a forte consumo di gas naturale. Parimenti cresce, sempre dal 20 al 25%, il credito d’imposta riconosciuto per il secondo trimestre 2022 alle imprese non gasivore, ma comunque caratterizzate da un forte consumo di gas naturale per l’acquisto dello stesso combustibile. Passa, invece, dal 12 al 15% il credito d’imposta riconosciuto per il secondo trimestre dell’anno alle imprese dotate di contatori di energia elettrica di potenza pari o superiore al 16,5 KW, diverse da quelle a forte consumo di energia elettrica. Ed ancora: alle imprese a forte consumo di gas naturale il provvedimento d’urgenza riconosce un credito d’imposta del 10% per il periodo gennaio-marzo 2022.
Per far fronte all’eccezionale incremento del costo del carburante viene previsto un nuovo contributo a favore dell’autotrasporto. In tal caso è riconosciuto un credito d’imposta nella misura del 28% delle spese sostenute nel primo trimestre 2022 per l’acquisto del gasolio da parte degli autotrasportatori impiegato per veicoli di peso superiore a 7,5 tonnellate, di categoria Euro 5 o superiore.
Ci siamo già occupati delle misure contenute nel decreto legge Aiuti a favore delle imprese, qui continuiamo l’analisi della bozza o, meglio, ci soffermiamo sul rafforzamento dei crediti d’imposta. Per gli investimenti in beni immateriali 4.0 l’aliquota del credito d’imposta prevista dalla legge di Bilancio 2021 è aumentata dal 20 al 50%, fino a fine anno o fino al 30 giugno 2023 se è stato effettuato il pagamento di un acconto pari almeno al 20% del valore dei beni. Per rispondere alla carenza di competenze professionali adeguate ai processi di trasformazione tecnologica e digitale nel pacchetto di misure dello Sviluppo economico trova spazio il rafforzamento del credito d’imposta per la formazione le cui aliquote salgono dal 50 al 70% per le Pmi e dal 40 al 50% per le medie imprese. Prevista una certificazione dei risultati conseguiti in termini di acquisizione e consolidamento delle competenze.
Potenziato il tax credit sale cinematografiche: cambia la misura del credito d’imposta che per il biennio 2022-2023 passa dal limite massimo vigente del 20% degli introiti derivanti dalla programmazione di opere audiovisive al tetto del 40% dei costi di funzionamento dei cinema.
Per favorire l’attrazione di investimenti esteri e la rilocalizzazione delle imprese (reshoring) in Italia e in Europa è stato previsto un fondo da 5 milioni di euro all’anno. Prevista la nascita di sportelli unici che avranno il compito di accompagnare e supportare gli investitori esteri in tutti gli adempimenti e le pratiche necessarie per la realizzazione dell’investimento.
Rifinanziato con 200 milioni di euro nel 2023 e 150 milioni nel 2024 il fondo IPCEI ossia lo strumento agevolativo che supporta le attività svolte dai soggetti italiani coinvolti nella realizzazione degli Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo. Vengono sostenute le attività nei settori della microelettronica, delle batterie, dell’idrogeno, del cloud e della salute.
Impossibile ignorare il provvedimento voluto con forza da gran parte dei partiti che sostengono la maggioranza, ossia la proroga dal 30 giugno al 30 settembre 2022 del termine per la realizzazione di almeno il 30% dei lavori complessivi per beneficiare del Superbonus al 110%. La misura, come è noto, interessa gli edifici unifamiliari e le villette. Il limite del 31 dicembre 2022 per terminare i lavori ed eseguire i pagamenti non ha subìto slittamenti. Gli interessati devono prestare attenzione perché il 30% del Sal (Stato di avanzamento lavori) dovrà essere calcolato sull’intervento complessivo, dunque anche sui lavori non agevolati.
Novità anche per quanto concerne la cessione dei crediti. L’ennesima modifica al sistema prevede che ‘alle banche, ovvero alle società appartenenti ad un gruppo bancario iscritto all’albo di cui all’articolo 64 del decreto legislativo 1°settembre 1993 n. 385, è sempre consentita la cessione a favore dei clienti professionali privati di cui all’articolo 6, comma 2-quinquies, del decreto legislativo 24 febbraio 1998 n. 58, che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la banca stessa, ovvero con la banca capogruppo, senza facoltà di ulteriore cessione’ .
In sostanza alle banche sarà sempre consentita la cessione a favore dei clienti professionali privati correntisti. I sostenitori del Superbonus sono stati dunque accontentati perché gli istituti di credito potranno cedere l’agevolazione ad altri clienti senza che prima vi sia stato necessariamente un movimento tra le banche stesse. Potranno così superare il limite di cessioni dei crediti d’imposta che il decreto legge n. 17/2022 ha stabilito nel numero di quattro, purché, come detto, ciò avvenga ‘a favore di clienti professionali privati’ che hanno un conto corrente presso lo stesso istituito. Non è prevista, almeno per ora, la possibilità di operare la cessione frazionata del credito d’imposta. Forse non sarà necessaria una modifica normativa ma basterà un intervento dell’Agenzia delle Entrate.
Ugo Cacaci