Decreto Ristori: contributi a fondo perduto per gli operatori economici colpiti dalle nuove restrizioni
Il decreto legge Ristori all’articolo 1 prevede contributi a fondo perduto a favore degli operatori economici interessati dalle nuove misure restrittive varate dal premier Conte per contenere la diffusione del contagio da Covid-19.
I ristori interessano i soggetti con partita Iva attiva alla data del 25 ottobre scorso e che svolgono, come attività prevalente, una di quelle indicate nei codici ATECO riportati nell’Allegato 1 del decreto. Sono esclusi coloro che hanno attivato la partita Iva a partire dal 25 ottobre 2020.
Tra i beneficiari trovano posto anche gli operatori Iva con ricavi/compensi superiori a 5 milioni di euro, esclusi in precedenza. Per beneficiare del contributo a fondo perduto è necessario che l’ammontare del fatturato/corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato/corrispettivi del mese di aprile 2019. Per determinare correttamente i predetti importi bisogna far riferimento alla data di effettuazione delle operazioni.
Possono beneficiare dei ristori anche coloro che hanno aperto la partita Iva dal 1°gennaio 2019 e che non vantano i requisiti di fatturato sopra espressi.
Chi ha già beneficiato dei contributi a fondo perduto previsti dal decreto Rilancio (decreto legge n. 34/2020) riceverà il nuovo aiuto dall’Agenzia delle Entrate, entro il 15 novembre, direttamente sul conto corrente, bancario o postale, lo stesso nel quale è stato erogato il precedente contributo. Non sarà necessario, pertanto, presentare nuova istanza perché tutto avverrà automaticamente.
I nuovi beneficiari, ossia coloro che non avevano fatto domanda per i contributi a fondo perduto del decreto Rilancio, dovranno farne richiesta mediante la procedura web. Saranno esclusi coloro che alla data di presentazione dell’istanza risulteranno in possesso di una partita Iva cessata.
L’importo del nuovo contributo non potrà mai superare il tetto dei 150 mila euro e, nella maggior parte dei casi, sarà superiore a quello ricevuto nei mesi scorsi in quanto viene determinato applicando un moltiplicatore che va dal 100 al 400%, differenziato in funzione del settore di attività dell’esercizio.
Ugo Cacaci