Il punto Fiscale

La lente sui principali temi del Fisco

Dichiarazione imposta di soggiorno: dall’8 maggio invio telematico tramite l’applicativo delle Entrate



04 maggio 2023 – Ore 18;45

tempo di lettura: 02′ 45″

Dal prossimo 8 maggio sarà attiva l’applicazione, presente nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate, che consente di predisporre ed inviare in modalità telematica la dichiarazione dell’imposta di soggiorno relativa all’anno di imposta 2022. L’invio del modello va effettuato entro la scadenza del 30 giugno 2023. 

Effettuato l’accesso l’utente trova il servizio all’interno della scheda ‘Servizi’, nella categoria ‘dichiarazioni’ e seleziona ‘dichiarazione telematica per l’imposta di soggiorno’. L’interessato può ugualmente avvalersi dei tradizionali canali telematici come Entratel e Fisconline per procedere alla trasmissione delle dichiarazioni. 

Il Dipartimento delle Finanze precisa che il modello dichiarativo e le istruzioni per la compilazione non sono cambiate rispetto allo scorso anno in quanto non ci sono state variazioni. 

L’imposta di soggiorno è un tributo locale istituito dal decreto legge n. 78 del 2010 e successivamente esteso dal decreto legislativo n. 23/2011 (articolo 4). Abilitati ad introdurre questa tipologia di imposta non sono tutti i Comuni ma solo i capoluoghi di provincia, le località turistiche e le città che fanno leva sul turismo culturale grazie al patrimonio artistico. 

A corrispondere l’imposta in parola sono i turisti presso le strutture ricettive. L’importo varia a seconda delle località prescelte e dei pernotti effettuati. È l’Ente locale che decide le tariffe, le esenzioni e le scadenze. Il Comune, conoscendo il proprio territorio e le sue particolarità, decide quali sono i parametri di imposta da applicare. Naturalmente esiste una forte disomogeneità sul territorio nazionale. Il comune di Roma, ad esempio, ha previsto una tariffa di 5 euro a notte negli hotel di lusso mentre nei piccoli comuni i bed and breakfast impongono il pagamento di importi sotto un euro a pernotto. Le tariffe si differenziano in base alla località e alla struttura ricettiva. Di norma le strutture più lussuose prevedono tariffe maggiori, rispetto agli agriturismi o ai B&B. Sull’importo incide anche il periodo di soggiorno.  Il gettito ricavato incassato dal Comune viene destinato ad interventi di manutenzione e recupero di beni culturali ed ambientali. 

L’imposta di soggiorno viene riscossa dai titolari e dai gestori di alberghi, hotel  e bed and breakfast i quali devono provvedere a presentare la relativa dichiarazione annuale. Ricordiamo che l’imposta in parola non grava sul gestore della struttura ricettiva ma sui clienti. Il gestore o il titolare deve solo applicare l’imposta ai turisti, incassarla e riversarla nelle casse comunali. 

È noto che il turismo rappresenta uno degli asset principali della nostra economia e per rimanere competitivo sul piano internazionale richiede investimenti elevati. Proprio per offrire servizi al passo con i tempi è sorta l’imposta di soggiorno con la quale si riscuotono i capitali necessari per gli investimenti nel settore turistico, creando un flusso di denari nelle casse comunali che non impattano sulla tassazione della popolazione residente perché provengono direttamente dai turisti. Di fatto ogni vacanziere o visitatore contribuisce al miglioramento del turismo ricettivo. 

Abilitato a presentare la dichiarazione imposta di soggiorno è anche il rappresentante, il curatore fallimentare e l’erede. In caso di locazioni brevi l’adempimento spetta a chi incassa il canone o il corrispettivo. Il modello può essere inviato anche da un intermediario abilitato.

Effettuato l’invio della dichiarazione, la ricevuta di trasmissione resta consultabile e scaricabile dall’area riservata delle Entrate utilizzando, come anticipato, le credenziali di accesso.

La mancata o infedele presentazione della dichiarazione è sanzionata con un importo da corrispondere che va dal 100 al 200% di quanto dovuto. 

30