Ennesimo rinvio per la web tax
10 marzo 2021 – ore 18.03
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Ieri il ministero dell’Economia ha annunciato l’arrivo della terza proroga per il versamento dell’imposta sui servizi digitali introdotta dalla legge di Bilancio 2019.
Il rinvio troverà posto nel decreto legge ‘Sostegni’ che arriverà in Consiglio dei ministri nel week-end o la prossima settimana. Inutile dire che il decreto è molto atteso da imprese e cittadini perché conterrà gli aiuti a favore delle categorie economiche che hanno subìto danni dalle ristrettezze decise per contrastare la diffusione della pandemia da Covid-19.
I nuovi termini per il pagamento della web tax sono il 16 maggio e il 30 giugno per la presentazione della dichiarazione.
Alla base della decisione della proroga ci sono i ritardi dell’Agenzia delle Entrate, ma potrebbe esserci la possibilità di una definitiva sospensione visto che a giugno, sotto la presidenza italiana, si terrà, a Venezia, l’incontro dei ministri delle finanze del G20 che potrebbe essere decisivo per il varo di regole comuni in ambito Ocse sulla Digital Services Tax.
Il comunicato-legge del Mef ha dunque anticipato, come detto, la terza proroga dell’imposta sui giganti del web. La scadenza originaria per il pagamento era stabilita al 16 febbraio, con la presentazione della dichiarazione al 31 marzo. Successivamente, il decreto legge che ha disposto il mini rinvio delle notifiche delle cartelle esattoriali, ha previsto uno slittamento dei termini di altri 30 giorni.
Lo scorso 19 febbraio l’Agenzia delle Entrate ha incontrato i rappresentanti delle multinazionali digitali e i consulenti per discutere della circolare in preparazione. L’ultima versione del documento ha registrato, per il calcolo dell’importo dovuto, il passaggio dal criterio di competenza a quello di cassa. Secondo gli esperti questo principio potrebbe esporre le imprese a costi non proporzionati.
L’imposta sui servizi digitali italiana è stata approvata dall’Esecutivo in via temporanea ossia in attesa che si arrivi ad un accordo in ambito Ocse, recentemente facilitato da un’apertura della nuova amministrazione americana, fino ad oggi ostile ad ogni forma di tassazione delle multinazionali del web come Google, Facebook o Amazon.
L’intenzione del Governo italiano è quella di far decadere l’imposta sui servizi digitali non appena sarà raggiunta un’intesa in ambito internazionale. Visti i tempi molto ristretti l’ennesimo posticipo potrebbe ‘nascondere’ la volontà di attendere i risultati del G20.
In ogni caso, anche se dal vertice di Venezia non arriverà il via libera all’adozione di regole comuni, la web tax nostrana decadrebbe, perché in mancanza di un’intesa in ambito Ocse, l’Unione europea varerà la propria imposta digitale che servirà, tra l’altro, a finanziare il Recovery Fund.
Ugo Cacaci