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Il Governo lavora sul calendario fiscale – Allo studio il rinvio dei versamenti Irpef/Ires e Irap e una nuova proroga per i pagamenti delle cartelle



15 giugno 2021 – ore 20:10
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Lavoratori autonomi, professionisti, forfettari e imprese soggette agli ISA attendono il rinvio degli adempimenti. Il 30 giugno scadono i termini per il versamento del saldo e acconto Irpef/Ires e Irap e il popolo delle partite Iva, quasi 4,2 milioni, aspetta (con ansia) lo slittamento dei termini di versamento dell’autotassazione 2021.

Ma il calendario fiscale, considerando anche la scadenza del 16 giugno, conta ben 144 adempimenti. Siamo di fronte ad un vero e proprio ingorgo fiscale!

Come ha confermato la viceministra all’Economia, Laura Castelli, ‘è in corso una riflessione nel Governo sugli acconti Irpef/Ires e Irap ma va considerato che si tratta di entrate tributarie con importi rilevanti per le casse dello Stato’. Più facile è invece lo spostamento in avanti per i soggetti ISA.

La realtà, tuttavia, è composta da imprese che hanno difficoltà evidenti sul fronte della liquidità e per quelle beneficiarie dei contributi a fondo perduto si prospetta la necessità di utilizzarli come in una partita di giro fiscale per adempiere alle scadenze tributarie. Sembra un paradosso.

Visti i tempi ristretti il Governo sta valutando di utilizzare un Dpcm per differire di 20 giorni la scadenza e portarla al 20 luglio, evitando in questo modo la decretazione d’urgenza. La conseguenza sarebbe quella di far slittare ulteriormente il termine ultimo al 20 agosto, ma con l’aggiunta della maggiorazione dello 0,40%. Il meccanismo non è nuovo e reca con sé il vantaggio che per tale tipo di differimento non è necessaria una norma primaria.

Le forze politiche che compongono la maggioranza fanno pressing con richieste temerarie concernenti temi che non si limitano alla proroga dei termini degli adempimenti. In gioco ci sono anche i correttivi al decreto legge Sostegni-bis. A tal proposito i gruppi parlamentari hanno presentato in commissione Bilancio alla Camera più di 4 mila emendamenti di riforma. Molto probabilmente il provvedimento, nato per sostenere le attività economiche travolte dalle misure restrittive decise per contenere la diffusione del contagio da Covid-19, si trasformerà in un decreto ‘omnibus’ sul quale troveranno posto misure, aiuti e provvedimenti multidisciplinari.

‘È inutile far versare le tasse dopo aver ricevuto gli indennizzi con i Sostegni’ ha detto Massimo Bitonci, relatore della legge di conversione del decreto Sostegni-bis in commissione Bilancio. ‘Lo spostamento al 30 settembre potrebbe consentire al Mef di far chiudere la partita dei pagamenti di imposte entro l’anno, usufruendo anche fino a dicembre dei versamenti con maggiorazione. Le imprese oggi hanno problemi di liquidità e la proroga va fatta proprio per questo. È un aiuto che va dato alle aziende che in questo momento di ripresa potrebbero anche dimostrare di effettuare un rimbalzo oltre le attese e versare più avanti il dovuto’.

Lo slittamento dei termini di versamento dell’autotassazione 2021 presenta però delle insidie da non trascurare come la stesura della Nota di aggiornamento al Def, la Nafed, che di regola l’Esecutivo approva entro il 27 settembre. Già nel 2019, con il decreto Crescita, il Governo decise di prorogare a fine settembre il pagamento delle tasse dei soggetti Isa e la contabilizzazione dei pagamenti delle partite Iva complicò non poco la stesura della Nadef costringendo il ministero dell’Economia a ricorrere ad un escamotage tecnico sugli acconti di novembre per rimettere in gioco i 3,5 miliardi di imposte versati entro il 30 settembre e contabilizzati soltanto l’8 ottobre.

Al momento le ipotesi allo studio sono due: un rinvio generalizzato, come già accaduto altre volte, o un rinvio selettivo per chi ha ricevuto gli aiuti dei decreti Sostegni.

C’è poi il termine del 10 settembre entro il quale chi riceve gli indennizzi del decreto Sostegni-bis deve presentare la dichiarazione dei redditi per ricalcolare i contributi a fondo perduto in base agli utili. I tecnici stanno lavorando ad un emendamento in base al quale verranno anticipate solo le informazioni necessarie ai fini della richiesta dei sostegni, lasciando al 30 novembre la scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Sul punto è forte il pressing dei commercialisti per far slittare la scadenza, tuttavia, la rappresentante del Governo ha fatto notare che: ‘ più la scadenza della presentazione delle dichiarazioni si allunga e più tardi le aziende riceveranno le risorse’. L’ipotesi di un rinvio al 30 settembre, dunque, non è impossibile ma bisogna ‘considerare costi-benefici’ rispetto ai tempi di erogazione degli aiuti.

Sul fronte della riscossione la viceministra ha evidenziato che ‘il Parlamento durante il dibattito appena iniziato sulla conversione del decreto Sostegni-bis sta ragionando su come ammorbidire quelle 16 rate che vanno in scadenza il 2 agosto’. In ballo ci sono anche le rate dei piani di rottamazione su 5 tranche. I partiti insistono affinché si decida una sospensione fino alla fine dell’anno per poi far ripartire le dilazioni.
Al ministero si sta valutando la possibilità di continuare la sospensione degli invii fino a settembre. La Lega ha presentato un emendamento che blocca l’attività della riscossione fino al 31 dicembre per far ripartire la macchina delle notifiche con una dilazione su tre anni.

La Castelli, tuttavia, vuole evitare che un numero già alto di rate si vada ad accumulare mettendo maggiormente in difficoltà i contribuenti. L’orientamento sarebbe quello di aumentarne il numero riducendone gli importi, piuttosto che optare per un nuovo rinvio al termine del quale il totale delle somme da corrispondere potrebbe diventare di difficile riscossione. In ogni caso la riforma dell’istituto dovrà avvenire nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Ugo Cacaci