Il punto Fiscale

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Le misure fiscali della manovra 2022



01 novembre 2021 – Ore 10:35
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Lo scorso 28 ottobre il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla legge di Bilancio 2022 che vale una trentina di miliardi all’anno per i prossimi tre anni.
Il disegno di legge contiene molti provvedimenti che vanno dalla riduzione della pressione fiscale e contributiva alle misure a favore della crescita e per il sostegno alle imprese, dai provvedimenti per l’accesso al credito e la liquidità delle imprese al riordino della disciplina del reddito di cittadinanza. Il Governo è intervenuto anche in materia di lavoro, di ammortizzatori sociali, formazione professionale, politiche attive e di famiglia, sport, politiche sociali e giovanili.
La manovra mette mano pure sulle pensioni e, dopo lo stop a Quota 100, lo sostituisce con Quota 102, ma solo per il 2022. Naturalmente un intero titolo, il sesto, è dedicato alla sanità con incremento del fondo sanitario nazionale e con un finanziamento del piano strategico-operativo nazionale di risposta alla pandemia. Non mancano misure a favore di scuola, università e ricerca, cultura, turismo, informazione e innovazione ma anche infrastrutture, trasporti, transizione ecologica ed energia.

Per chiarezza è bene affermare che le misure qui specificate derivano dalla bozza del disegno di legge di Bilancio. Bisognerà attendere per analizzare il testo definitivo che comunque potrà essere modificato dal Parlamento prima dell’approvazione definitiva. Nel frattempo aspettiamo il parere della Commissione europea sul Documento Programmatico di Bilancio che illustra le principali linee di intervento della manovra; parere che dovrà arrivare entro il prossimo 30 novembre.

Nel corso della conferenza stampa che è seguita all’approvazione del ddl di Bilancio 2022 il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha affermato che ammontano a 12 miliardi all’anno (e non 8) i fondi stanziati dal 2022 per ridurre la pressione fiscale. In particolare il premier ha sostenuto: ‘Destiniamo 40 miliardi in un triennio alla riduzione delle imposte, di cui 24 al cuneo e la parte restante agli incentivi fiscali, alle famiglie e imprese per il patrimonio immobiliare e la digitalizzazione’. Alla riduzione delle tasse l’articolo 2 della manovra destina 8 miliardi di euro ma come ha detto il ministro dell’Economia, Daniele Franco ‘l’Esecutivo definisce le finalità del taglio dell’Irpef e Irap’ e, dopo aver ascoltato le parti sociali ‘ proporremo un emendamento governativo alla manovra che definisca le modalità di utilizzo degli 8 miliardi’.

Come di consueto concentreremo la nostra attenzione sulle misure fiscali.
Abbiamo già anticipato che viene previsto un fondo da 8 miliardi annui, proprio a decorrere dal 2022, destinato a ridurre la pressione fiscale dell’Irpef e dell’Irap. Sul punto è bene ricordare che con il disegno di legge delega l’Esecutivo ha già varato la riforma fiscale che attende ora l’approvazione del Parlamento. Successivamente il Governo avrà 18 mesi di tempo per approvare i decreti legislativi di riforma.

Tornando alla manovra l’articolo 2 destina importanti risorse alla riduzione dell’imposta sui redditi delle persone fisiche con l’obiettivo di ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e le aliquote marginali effettive. Questo, attraverso la riduzione di una o più aliquote e una revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo. Annunciata anche la riduzione dell’aliquota Irap.

Su come ridurre il carico fiscale ci sono ancora molti dubbi che il Parlamento dovrà risolvere. Il disegno di legge si limita ad istituire un fondo da destinare allo scopo. Vedremo quale accordo le forze politiche di maggioranza troveranno e se si orienteranno verso una riduzione delle aliquote Irpef o Irap o ancora se si interverrà sul sistema della detrazione per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo. Tra le ipotesi anche l’assorbimento dell’Irap nell’Ires mentre per l’Irpef si punta alla revisione del terzo scaglione, quello del 38%, che va da 28.001 a 55.000 euro.

L’articolo 3 contiene il differimento di un anno dei termini di decorrenza delle sugar e plastic tax che, pertanto, entreranno in vigore il 1°gennaio 2023.

Scende dal 22 al 10% l’aliquota Iva per gli assorbenti e tamponi, destinati alla protezione dell’igiene femminile.

La bozza di Bilancio 2022 contiene anche disposizioni in materia di governance e remunerazione del servizio nazionale della riscossione. L’articolo 5 dispone che l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Entrate-Riscossioni saranno accorpate in un unico ente. Inoltre viene disposta la cancellazione dell’aggio sulla riscossione, attraverso una copertura di 990 milioni di euro.

L’Esecutivo ha deciso di impedire la ripresa del cashback, interrotto dal decreto legge n. 99/2021. Parliamo naturalmente del rimborso di Stato per acquisti effettuati con carte di debito o di credito e con applicazioni di pagamento. Ammonta a 1,5 miliardi di euro il risparmio che arriva dallo stop al cashback; fondi che saranno utilizzati per riformare gli ammortizzatori sociali.

In merito ai bonus edilizi l’articolo 8 del ddl di Bilancio 2022 prevede la proroga del Superbonus al 110% per tutto il 2022 (il termine per l’agevolazione era previsto per il 30 giugno 2022) e sarà fruibile anche dalle abitazioni monofamiliari. Viene introdotto, tuttavia, il limite della prima casa, ossia l’immobile oggetto di interventi edilizi deve costituire l’abitazione principale. Inoltre è previsto un tetto Isee per i proprietari fino a 25 mila euro. Tempi più lunghi, invece, per i lavori condominiali che potranno arrivare anche al 2023. Confermati gli altri incentivi come le agevolazioni al 65% e 50%. Contrariamente alle previsioni sarà prorogato il bonus facciate che, tuttavia passa dal 90 al 60% nel 2022.

Tornando al Superbonus emerge l’estensione alle cooperative a proprietà indivisa delle proroghe previste per gli IACP relativamente agli interventi di efficientamento energetico. Inoltre, le spese per l’installazione di impianti fotovoltaici potranno essere detratte fino al 30 giugno prossimo.

Cambia il comma 8-bis dell’articolo 119 del decreto Rilancio che disciplinava le proroghe per i condomini, gli IACP e gli edifici plurifamiliari. Il nuovo comma prevede che per gli interventi effettuati dalle persone fisiche per i quali alla data del 30 settembre 2021, risulti effettuata la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila), ovvero, per quelli comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici, risultino avviate le relative formalità amministrative per l’acquisizione del titolo abilitativo, la detrazione del 110% spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022.

Per gli interventi effettuati dai condomini e dalle persone fisiche, compresi quelli su edifici oggetto di demolizione e ricostruzione, la detrazione spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025, nella misura del 110% per quelle sostenute entro il 31 dicembre 2023, del 70% per quelle sostenute nell’anno 2024 e del 65% per quelle sostenute nell’anno 2025.

Per i lavori di adeguamento e ripristino effettuati su unità immobiliari adibite ad abitazione principale dalle persone fisiche che hanno un Isee non superiore a 25 mila euro annui, la detrazione del 110% spetta, come anticipato, anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022. Per gli interventi effettuati dalle imprese e dalle cooperative per i quali alla data del 30 giugno 2023 siano stati effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo, la detrazione del 110% spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023.

Come noto, per le misure che beneficiano del 110%, alla possibilità di portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi la spesa effettuata, il legislatore ha aggiunto due nuove opzioni: lo sconto in fattura e la cessione del credito d’imposta. Proprio limitatamente al Superbonus la manovra prevede che sarà possibile avvalersi di queste opzioni alternative fino al 31 dicembre 2025.

Per i lavori edili che accedono all’ecobonus ordinario come per gli interventi di ristrutturazione ordinaria e il sismabonus ordinario l’orizzonte temporale si protrae fino al 31 dicembre 2024. Analoga proroga investe il sismabonus potenziato ossia il sismabonus al 70% e 80% nel caso di interventi che comportano la riduzione del rischio sismico rispettivamente di una e due classi. Tali percentuali salgono al 75% e all’85% se le riduzioni delle classi riguardano i condomìni.

Il Governo riscrive integralmente la norma che ha istituito il bonus mobili. Ora la manovra stabilisce che la detrazione al 50% per l’acquisto di arredi e di grandi elettrodomestici finalizzati ad allestire l’immobile oggetto di ristrutturazione, potrà essere utilizzata fino al 2024 su un ammontare complessivo non superiore a 5 mila euro. Analoga misura interessa il bonus verde, ossia la detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per la realizzazione di giardini e balconi che potrà essere fruita dal 2021 al 2024.

Come in precedenza accennato viene prorogato anche al 2022 il bonus facciate che era in scadenza a fine anno. La misura, finalizzata al recupero o restauro delle facciate esterne degli edifici ubicati in zona A o B, ha riscosso un grande successo per la detrazione del 90% e per la semplicità degli adempimenti amministrativi. Ora, però, la proroga contiene la riduzione dell’aliquota al 60%.

L’articolo 6 del disegno di legge di Bilancio per l’anno 2022 prevede la proroga della detassazione ai fini Irpef dei redditi dominicali e agrari dichiarati dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola.

Per contenere gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas l’articolo 134 stanzia 2 miliardi di euro per consentire all’Autorità di regolazione per energia, reti ed ambiente di ridurre le aliquote relative agli oneri generali di sistema.

Ugo Cacaci