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Nuovi incentivi a favore dell’imprenditoria femminile – Operativo il Fondo Impresa Donna



09 ottobre 2021 – Ore 19:45
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Dopo una lunga attesa il ‘Fondo a sostegno dell’impresa femminile’, istituito dalla legge di Bilancio 2021, è stato disciplinato dal decreto del Ministero dello Sviluppo economico che ha stabilito regole e policy.

Il Ministro Giancarlo Giorgetti ha infatti firmato il decreto interministeriale che rende operativo il Fondo Impresa Donna d’intesa con i colleghi dell’Economia, Daniele Franco e delle Pari opportunità, Elena Bonetti. Il testo ora attende la registrazione della Corte dei conti.

Il Fondo del Mise può contare su una dote di 40 milioni di euro per il biennio 2021 e 2022 ai quali si sommeranno altri 400 milioni di euro del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza previsti nella missione ‘Inclusione e coesione’ del Recovery Plan. Naturalmente le risorse del Pnrr daranno un forte impulso alla misura prevista dalla legge di Bilancio 2021 e contribuiranno a rafforzare la dote di progetti già operativi come ‘Smart&Smart’ per le startup altamente innovative e ‘NITO’ Nuove Imprese a Tasso Zero.

Come riporta l’articolo 1, comma 97, della legge n. 178/2020 il fondo è destinato a ‘promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile, la diffusione dei valori dell’imprenditorialità e del lavoro tra la popolazione femminile e massimizzare il contributo quantitativo e qualitativo delle donne allo sviluppo economico e sociale del Paese’ .

Con il Fondo Impresa Donna il Governo intende incentivare la partecipazione delle donne al mondo delle imprese, investendo sulla loro capacità, creatività, estro e competenza nell’avvio di nuove realtà imprenditoriali e dar vita a progetti innovativi. Tutto questo attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati.

Il decreto del Mise fissa le regole di accesso agli incentivi e ai finanziamenti citati. Come già affermato lo scopo è quello di sostenere l’imprenditorialità femminile, attraverso la promozione e il consolidamento di iniziative d’impresa da parte delle donne, ma l’Esecutivo intende anche colmare il forte divario di genere esistente. Infatti, la quota di occupati autonomi tra gli uomini raggiunge il 7,1% mentre quella femminile si arresta al 3,5%. L’obiettivo fissato dal Pnrr è quello di risalire di cinque punti nel Gender Equality Index europeo in cui l’Italia attualmente è al 14° posto. La strategia prefissata ambisce ad arrivare, entro giugno 2026, a 2.400 imprese finanziate gestite da donne. Nel 2023 quando si farà un primo bilancio, le imprese finanziate dovranno essere almeno 700.

Con l’attuazione del provvedimento a favore dell’imprenditoria femminile si raggiunge un altro obiettivo del Pnrr nei tempi previsti dal cronoprogramma, come già avvenuto per i bandi IPCEI sui progetti strategici altamente tecnologici nei settori delle batterie e dei semiconduttori, mentre già è iniziato l’iter per la riforma della proprietà industriale.

A beneficiare degli aiuti del Fondo Impresa Donna sono le imprese individuali guidate da imprenditrici, le lavoratrici autonome, le cooperative e società di persone con almeno il 60% di donne socie ed infine le società di capitali con quote e componenti del consiglio di amministrazione per almeno due terzi al femminile.

Sono diversi i settori di attività destinatari di finanziamenti e contributi a fondo perduto. Industria, artigianato, commercio, servizi e turismo ne costituiscono un elenco esemplificativo. I programmi di investimento dovranno essere completati entro due anni; è previsto un limite massimo di spesa ammissibile stabilito a 250 mila euro per le imprese neo-costituite. Il tetto sale fino a 400 mila euro per le realtà imprenditoriali esistenti.

Per le nuove attività imprenditoriali i contributi a fondo perduto possono arrivare fino a 100 mila euro di spesa ammissibile, con una copertura dell’80% fino ad un massimo di 50 mila euro. Condizioni particolarmente vantaggiose saranno riservate alle donne disoccupate; in tal caso, infatti, la percentuale massima di copertura sale al 90%. Se il progetto di spesa supera il tetto dei 100 mila euro ma non oltrepassa il limite dei 250 mila euro, la copertura ammonta al 50%.

A favore del consolidamento delle imprese, invece, occorre distinguere. Per quelle costituite da un minimo di un anno ad un massimo di tre, sono previsti incentivi per il 50% sotto forma di contributi a fondo perduto e per un altro 50% come finanziamento agevolato di 8 anni a tasso zero, fino all’80% delle spese ammissibili.
Per rafforzare le imprese femminili costituite da almeno 36 mesi, invece, gli incentivi assumono la forma di contributo a fondo perduto per le spese di capitale circolante, per quelle di investimento gli aiuti si sostanziano in finanziamenti agevolati. Possono essere ammesse agli incentivi soltanto le spese sostenute in data successiva alla presentazione della domanda oppure, in caso di persone fisiche, alla data di costituzione dell’impresa o di apertura della partita Iva.

Il decreto prevede anche un buono fino a 5 mila euro per impresa da spendere in assistenza tecnica e di gestione dell’impresa. Una parte consistente di questi fondi è destinata ai servizi Invitalia.

Attraverso la piattaforma dell’Agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del ministero dell’Economia, sarà possibile presentare le domande che verranno valutate secondo l’ordine di presentazione con un esame di merito che tiene conto di vari criteri come il progetto imprenditoriale e le potenzialità del mercato di riferimento. Un meccanismo premiale sarà dedicato alle iniziative imprenditoriali ad alto valore tecnologico.

Sono agevolabili le spese per impianti, macchinari e nuove attrezzature come pure per servizi cloud per la gestione aziendale e per il personale assunto a tempo indeterminato o determinato a seguito della presentazione dell’istanza ed utilizzato nell’iniziativa agevolata.

Il Fondo Imprese Donna non si limita a garantire l’erogazione di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati alle donne, ma sostiene programmi ed iniziative per la diffusione della cultura imprenditoriale tra la popolazione femminile come richiedono gli indirizzi comunitari.

A tal fine, tra gli scopi previsti dal Pnrr, emerge proprio la volontà di promuovere l’imprenditoria femminile attraverso strumenti di sostegno che tengano conto dei fabbisogni delle donne. Saranno previste, inoltre, iniziative di orientamento e formazione verso percorsi di studio nelle discipline STEM ossia scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche.

Altre iniziative mirano invece a sostenere la realizzazione di progetti aziendali innovativi condotti da donne o a prevalente partecipazione femminile come l’avvio di attività imprenditoriali femminili attraverso servizi di mentoring, di supporto tecnico-gestionale e di sensibilizzazione verso le professioni tipiche dell’economia digitale, come la digitalizzazione dei processi di produzione, il passaggio alla green economy e la valorizzazione della sostenibilità ambientale delle materie prime utilizzate e degli scarti di produzione.

Non potranno accedere agli incentivi del Fondo le realtà imprenditoriali in cui gli amministratori o i legali rappresentanti siano stati condannati con sentenza definitiva per reati che comportano l’esclusione dalle gare d’appalto. Tra i motivi di revoca figura il mancato mantenimento dell’investimento o il trasferimento dell’attività all’estero prima che siano cessati tre anni dall’esaurimento del programma di spesa per il quale si è ottenuto il finanziamento agevolato o il contributo a fondo perduto.

Ugo Cacaci