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Proroga al 30 settembre 2021 del termine di pagamento dell’Irap non versata per l’errata applicazione dell’esonero



01 maggio 2021 – ore 17:50
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Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con il comunicato stampa n. 87 del 30 aprile 2021, informa che un provvedimento di prossima emanazione prorogherà dal 30 aprile al 30 settembre 2021 il termine per il pagamento, senza sanzioni né interessi, dell’Irap non versata per effetto dell’errata applicazione delle previsioni di esonero di cui all’articolo 24 del decreto Rilancio, ‘in relazione alla determinazione dei limiti e delle condizioni previsti dalla comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C (2020) 1863 final ‘Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19’ e successive modifiche’.

Il comunicato che blocca i versamenti dell’Irap è arrivato solo a poche ore dalla scadenza, quando molte aziende interessate potrebbero già aver adempiuto all’obbligo superando le non poche difficoltà di calcolo sugli sforamenti dei limiti agli aiuti di Stato fissati dal Temporary Framework, più volte oggetto di ritocchi. Il vizio di un comunicato ‘in zona Cesarini’ è sempre esecrabile e maggiormente lo è in questo periodo di crisi economica in cui molte realtà economiche sono state costrette a fronteggiare enormi difficoltà solo in parte attutite dai contributi a fondo perduto concessi dal Governo.

strong>Il vero rinvio, dopo quello del decreto Agosto che ha spostato il termine al 30 novembre senza pagamento di sanzioni né interessi e il decreto Ristori che ha slittato la scadenza a ieri, arriverà, probabilmente, con il decreto legge Sostegni-bis che è atteso in Consiglio dei ministri la prossima settimana. Il testo conterrà anche la proroga, fino a maggio, per la notifica degli atti e lo stop alla riscossione.

La nuova sospensione riguarda sia i pagamenti delle cartelle fiscali già recapitate sia quelle bloccate dal decreto ‘Cura Italia’ che ha sospeso l’attività di riscossione a partire dall’8 marzo 2020.
L’intenzione del Governo è quella di riprendere l’attività di notifica degli atti in modo graduale, partendo dalle partite Iva che non hanno subìto perdite rilevanti causa pandemia. L’Esecutivo potrebbe utilizzare lo stesso parametro della perdita del 30% di fatturato, come suggeriscono le indicazioni comunitarie.

Ugo Cacaci