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Superbonus: le Big four si alleano con le banche per assaltare un mercato dal forte potenziale



Sul Superbonus al 110% c’è grande attenzione e non poteva essere diversamente. Persone fisiche, proprietarie di abitazioni monofamiliari e condomini si stanno informando per usufruire di questa detrazione che consente di migliorare l’efficienza energetica degli edifici e metterli in sicurezza sismica. Ma se per i cittadini comuni i meccanismi del 110% possono risultare ostici e attendono i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate che a volte, ahimè, fornisce interpretazioni non sempre in linea con i dettami della legge, non è così per i giganti della consulenza fiscale, tributaria e legale che si stanno muovendo per affiancare le banche e indirettamente i clienti. Parliamo di una catena di professionisti, fiscalisti e consulenti che da tempo sta formandosi riservatamente per consolidare le competenze necessarie. Tutti sono consapevoli che sta nascendo in Italia un nuovo mercato, con un gigantesco potenziale economico.

Per sostenere le operazioni di cessione del credito dal punto di vista finanziario ma anche per gli adempimenti legati ai bonus un ruolo centrale lo avranno le banche che rappresenteranno una componente essenziale. Nei giorni scorsi è arrivato il primo annuncio di un accordo tra Banca Intesa Sanpaolo e Deloitte (una delle 4 Big Four). A questo è seguito quello di Unicredit e PWC, e di Bnl, gruppo Bnl Paribas che ha ufficializzato la partnership con Ey. Kpmg, società di fornitura di servizi professionali alle imprese, specializzata nella revisione e organizzazione contabile, nella consulenza e nei servizi fiscali, legali e amministrativi offre, invece, un servizio multidisciplinare grazie alla collaborazione con la società partecipata Protos che si occupa della componente tecnica. Questo consentirà di offrire un servizio ‘chiavi in mano’, senza dubbio allettante perché ricopre ogni settore interessato con le giuste competenze. Infatti, difficilmente la banca, da sola, possiede tutte le competenze, da quelle fiscali a quelle progettuali e tecniche necessarie. A queste società di audit che offrono servizi professionali integrati spetterà il compito di vigilare sulle operazioni legate al 110%, offrendo tutte le consulenze necessarie per ottenere il credito fiscale e per verificare ed assicurare che la complessa procedura legata alla maxi detrazione sia corretta. Gianluca Stancati, partner Kpmg Tax&legal, ha sostenuto che: ‘Il nostro intervento, almeno in alcuni casi, può anche arrivare in fase preventiva, ad esempio quando un general contractor presenta un progetto da fare alla banca, magari per un preliminare di cessione del credito’.

Da ciò emerge che l’approccio delle società di consulenza si basa su due livelli. Il primo teso alle verifiche per assicurare il corretto funzionamento della procedura. Il secondo, nel quale la società non si limita al ruolo di ‘controllore’ ma va oltre offrendo tutti i servizi necessari per un’opera completa. Questo, anche per evitare errori già in fase di partenza. Il Superbonus al 110% inizia con uno studio di fattibilità e si chiude con una asseverazione redatta da un tecnico abilitato. Tutto quello che c’è nel mezzo può essere offerto dalle Big four con progetti, attestati e asseverazioni tecniche. Il singolo cittadino o più spesso l’amministratore di condominio potrà così recarsi in banca con la volontà di accedere alla detrazione del decreto Rilancio ed appoggiarsi alla struttura costituita dall’istituto che spesso si avvale di società partner.

Oltre agli adempimenti burocratici legati al Superbonus i professionisti saranno tenuti ad effettuare anche gli adempimenti antiriciclaggio legati all’adeguata verifica della clientela. Il visto di conformità sui lavori e le attestazioni di congruità delle spese saranno necessarie per vedersi riconosciuta la maxi detrazione dall’Amministrazione finanziaria. L’assistenza delle società di consulenza investirà anche il controllo della documentazione tecnica e progettuale, i bonifici e le fatture, le attestazioni di prestazioni energetiche che negli interventi legati all’ecobonus dovranno essere pre e post lavori. L’affiancamento di queste società consentirà ai profani cittadini di sapere che l’iter intrapreso è corretto e che le fasi di lavori si susseguono secondo l’avanzamento programmato con i tecnici e con le imprese affidatarie dei lavori.

Le società di consulenza sono pronte ad offrire i propri servizi anche con piattaforme informatiche integrate con i sistemi della banca in cui verrà raccolta tutta la documentazione necessaria all’espletamento dell’operazione legata alla cessione del credito. La piattaforma servirà anche per effettuare primi controlli automatizzati, anche perché le regole per ottenere il Superbonus prevedono stringenti adempimenti e responsabilità di non poco conto ai professionisti. Deloitte, in collaborazione con Banca Intesa Sanpaolo, ha istituito, ad esempio, una valutazione preventiva; nella piattaforma dove si caricheranno tutti i documenti si valuterà anche la loro coerenza rispetto ai requisiti necessari. Fin dall’inizio ogni progetto sarà oggetto di scrupolosa valutazione per avere la ragionevole certezza che il credito d’imposta si manifesterà – ha detto Anna Roscio, direttore Sales & marketing Imprese di Intesa Sanpaolo.

Secondo prime stime i compensi per la consulenza sono compresi in una percentuale variabile tra il 3 e il 6% del progetto. L’ingresso nella gestione del Superbonus di grandi società di consulenza e, a breve, anche delle compagnie di assicurazione, può costituire una concorrenza preoccupante per i professionisti generalmente coinvolti nella gestione dei lavori. Il riferimento è giocoforza agli ingegneri, agli architetti ai geometri e ai periti. Il pericolo è rappresentato dai compensi che devono essere offerti e garantiti per l’attività di consulenza che sarà necessaria. L’augurio è che nonostante l’ingresso dei grandi player sia tutelata la norma sull’equo compenso che dovrebbe tutelare i professionisti soprattutto nei confronti dei grandi clienti.

Intanto a giorni partirà il primo marketplace, ossia la compravendita dei crediti fiscali derivanti da queste operazioni su una piattaforma online. Lo ha annunciato Crif, società specializzata in sistemi di informazioni creditizie e di business information che agirà in collaborazione con la fintech Workinvoice e il supporto di Pwc, network internazionale che fornisce servizi di consulenza fiscale e legale, di revisione di bilancio e di direzione.

 

Tra banca e cliente tutto parte dal contratto di cessione condizionato

Si chiama ‘contratto di cessione condizionato’ il fondamento che è alla base del rapporto tra banca e cliente o banca e impresa. Da questo patto deriva l’impegno dell’istituto di credito ad acquistare ad un prezzo prefissato e del cliente a vendere il credito d’imposta maturato. Questo contratto prevede che la cessione diventerà efficace all’avverarsi delle condizioni sospensive legate all’esecuzione dei lavori. Giuridicamente parlando si tratta di una obbligazione condizionata che impegna la parte acquirente a condizione che siano presentate precise e puntuali documentazioni. Se ciò avverrà si concretizzerà l’obbligo reciproco e il perfezionamento della proposta di acquisto condizionata; in caso contrario la banca potrà ritenersi libera dall’impegno. Le condizioni sospensive possono far riferimento a fasi o stati di avanzamento lavori o a fine cantiere.

Naturalmente l’ottenimento del documento di asseverazione dei lavori elaborato da un tecnico abilitato per attestare il rispetto dei requisiti di legge e la congruità dei prezzi come pure il visto di conformità, rientrano negli adempimenti obbligatori. Una volta depositata questa certificazione il soggetto interessato dovrà sottoscrivere una dichiarazione di avveramento delle condizioni sospensive. Avvenuta la sottoscrizione ed effettuato il controllo dei documenti, il credito può essere trasferito dal cliente/impresa alla banca che lo accetta e a sua volta liquida in pochi giorni.

L’iter predisposto dagli istituti di credito è utilizzabile nei confronti dei privati, proprietari di singole unità abitative, dei condomini attraverso la figura dell’amministratore ma anche delle imprese. Il singolo cittadino che decide di adeguare secondo criteri più performanti l’efficienza energetica della propria abitazione o di migliorarne la stabilità con interventi antisismici, può decidere di pagare i lavori anticipando i costi e recuperarli con il credito d’imposta in cinque rate di pari importo oppure può optare per lo sconto in fattura sul corrispettivo dovuto, se trova un’impresa consenziente o, in alternativa, cedere a terzi il credito d’imposta. Quest’ultima alternativa può avvenire anche in banca, in genere, tramite due operazioni. La prima prevede la futura cessione del credito, ossia la cessione del credito di imposta Superbonus o Ecobonus; la seconda, si concretizza con la sottoscrizione di un finanziamento ponte per pagare i lavori all’impresa.

Nei casi in cui il contratto con la banca sia sottoscritto da un’impresa che abbia stipulato un contratto di appalto, qualora intenda offrire al condominio lo sconto in fattura ma poi si accorga che manca della liquidità necessaria per far fronte agli acquisti di materie prime e costi di lavorazione, dovrà chiedere alla banca un anticipo sul contratto, ossia un finanziamento che le consenta di aprire il cantiere, il cui importo sarà in funzione del programma dei lavori. Sui contratti Superbonus, Ecobonus ed altri bonus fiscali edilizi la banca anticipa l’importo dei crediti che l’impresa vanta nei confronti dei committenti in dipendenza del contratto d’appalto. Contemporaneamente può avviare la pratica per la richiesta di cessione del credito futuro che è legato a quell’anticipo. Quando la cessione del credito d’imposta si concretizza l’impresa ottiene i flussi di cassa che consentono di chiudere l’anticipo ricevuto sul contratto. In questo modo la banca ha una previsione di rientro per effetto della cessione che è utile per mitigare il rischio sul credito. Con la cessione del credito d’imposta l’impresa (cedente), che ha maturato un credito d’imposta, trasferisce pro-soluto e a titolo definitivo alla banca (cessionario) il credito ottenendo il pagamento del corrispettivo in via anticipata senza dover attendere la compensazione su più annualità. È bene ricordare che con la cessione pro soluto il cedente garantisce l’esistenza del credito al momento della cessione e l’inesistenza di cause di nullità, annullabilità o altri vizi che possano far venire meno il credito.

Se le condizioni del contratto di cessione condizionato non si realizzano perché, ad esempio, non si rispettano i requisiti tecnici di legge, l’impresa può trovarsi in difficoltà di liquidità che la costringerà a chiedere anticipi o a puntare sulla rotazione dei crediti facendo leva su lavori in corso presso altri cantieri. Le stesse imprese dovranno sempre fare i conti con i committenti che se non potranno ottenere lo sconto in fattura dovranno ripiegare su altre detrazioni.

a cura di Ugo Cacaci
pubblicato il 11/10/2020