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Via libera al Ristori-ter con quasi due miliardi di aiuti e ad un nuovo scostamento di bilancio da 8 miliardi



Nella notte il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge Ristori-ter che mette a disposizione nuove risorse per quasi due miliardi di euro. Saranno destinate al ristoro delle attività economiche interessate dalle misure disposte a tutela della salute.

Contributi a fondo perduto per 1,45 miliardi di euro andranno ad incrementare la dotazione delle risorse del fondo istituito dal decreto legge Ristori-bis; saranno destinati agli esercizi colpiti dalle misure restrittive anti-Covid. In particolare serviranno a compensare le attività economiche ubicate nelle Regioni che a causa dell’aumento dei contagi o delle difficoltà delle strutture sanitarie passano ad un livello più alto di rischio e, dunque, da giallo ad arancione o da arancione a rosso. Viene prevista l’istituzione di un fondo da 400 milioni di euro destinato ai Comuni per l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare. Entro 7 giorni dall’approvazione del decreto legge i primi cittadini avranno la disponibilità delle risorse per rispondere alle esigenze della popolazione ‘più fragile’. Il decreto stanzia altri 100 milioni di euro per l’acquisto e la distribuzione di farmaci per curare i pazienti positivi al Covid-19. Tra le attività commerciali destinatarie dei contributi a fondo perduto fanno ingresso i negozi al dettaglio di calzature ubicati nelle regioni ‘rosse’. Questi avranno diritto ad un ristoro del 200% rispetto a quanto stabilito precedentemente. Sale la dote per il credito d’imposta per gli affitti commerciali. Cancellato il saldo Imu di dicembre. Rafforzati i fondi per il congedo parentale e per il bonus baby sitter.
Il ministero dell’Economia monitora con la dovuta oculatezza le risorse stanziate al fine di rispettare i limiti di spesa previsti. Il ministro Roberto Gualtieri ha assicurato che c’è ancora un margine di deficit di 6 miliardi da utilizzare, grazie all’andamento delle nuove entrate superiori alle attese, per rimanere sotto il tetto previsto del 10,8%.

Il Consiglio dei ministri ha inoltre approvato una nuova richiesta di scostamento di bilancio da 8 miliardi di euro che sarà presentata al Parlamento. Servirà a finanziare un quarto decreto Ristori (decreto legge Ristori-quater) che dovrebbe essere approvato la prossima settimana. Questo, nel solco delle misure già approvate nei precedenti decreti, per estendere gli indennizzi a favore degli operatori economici e per il sostegno dei settori produttivi e dei cittadini colpiti dalle misure restrittive decise dall’Esecutivo per contrastare la diffusione dell’epidemia da Covid-19. In questo decreto troverà spazio anche un pacchetto di disposizioni sul fronte fiscale come la proroga delle scadenze di fine anno per 4,8 miliardi di euro. Nello specifico il rinvio degli acconti Irpef, Ires e Irap di fine novembre, i contributi previdenziali e le ritenute fiscali dei dipendenti di metà dicembre e l’acconto Iva del 27 dicembre. La proroga dovrebbe estendersi anche alle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio che in caso contrario ripartirebbero dal 10 dicembre prossimo. Lo stop ai versamenti dovrebbe coinvolgere le imprese fino a 50 milioni di euro di fatturato con perdite pari ad almeno il 33%. I tecnici del Mef sono ancora al lavoro, ma il calcolo delle perdite dovrebbe basarsi sul confronto fra il primo semestre del 2020 e lo stesso periodo del 2019; per le scadenze di novembre 2020 si guarderebbe a quelle di novembre 2019. Analogamente per i versamenti di dicembre. Non è ancora chiaro se la sospensione degli adempimenti fiscali riguarderà tutto il Paese o soltanto le Regioni ‘rosse’.

A gennaio 2021 il Governo sarebbe pronto a chiedere al Parlamento un ulteriore scostamento di bilancio per circa 20 miliardi di euro. I fondi serviranno a sostenere la ripartenza delle filiere maggiormente colpite. L’extra deficit sarà utilizzato per finanziare un nuovo decreto anti-crisi previsto per gli inizi del prossimo anno.

Ugo Cacaci