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Via libera alle istanze per il riconoscimento dei contributi a fondo perduto a favore delle imprese operanti nei servizi della ristorazione collettiva



06 giugno 2022 – Ore 19:30
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Da oggi 6 giugno 2022 e fino al 20 giugno prossimo è possibile presentare la domanda per richiedere i contributi a fondo perduto destinati ai soggetti che operano nel settore della ristorazione collettiva.

L’articolo 43-bis del decreto legge Sostegni-bis convertito, con modificazioni, dalla legge n. 106 del 23 luglio 2021 ha previsto il riconoscimento di un contributo a fondo perduto a favore delle imprese operanti nei servizi della ristorazione collettiva. Questo per mitigare gli effetti della crisi economica derivante dall’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Non possono beneficiare dell’aiuto in parola i soggetti destinatari di sanzioni interdittive o che si trovino in condizioni previste dalla legge come causa di incapacità a beneficiare delle agevolazioni pubbliche. Parimenti esclusi coloro che si trovano in liquidazione volontaria o sono sottoposti a procedure concorsuali con finalità liquidatorie nonché le imprese già in difficoltà in data 31 dicembre 2019.

Il contributo a fondo perduto è riservato alle imprese che svolgono servizi di ristorazione non occasionale definiti da un contratto con un committente, pubblico o privato, per la ristorazione di scuole, uffici, università, strutture ospedaliere, assistenziali, socio -sanitarie e detentive.

Destinatarie sono le attività che nell’anno 2020 hanno subìto una riduzione dei ricavi non inferiore al 15% rispetto a quelli del 2019. Per le imprese costituite nel 2019 la determinazione del calo del fatturato sarà calcolata in base ai valori degli imponibili delle fatture emesse e dei corrispettivi certificati nei periodi infrannuali di riferimento.

Per accedere al contributo le imprese devono essere regolarmente iscritte e attive nel Registro delle imprese alla data di presentazione della domanda. Devono dimostrare di avere sede legale o operativa in Italia e presentare un ammontare dei ricavi, nell’anno 2019, generato per almeno il 50% dai corrispettivi per i contratti di ristorazione collettiva sopra espressi.

La presentazione dell’istanza deve avvenire esclusivamente per via telematica. Scaduti i termini di presentazione, l’Agenzia delle Entrate procederà alla ripartizione dei fondi in egual misura tra tutti i soggetti che hanno validamente presentato l’istanza fino all’importo di 10 mila euro ciascuno. Eventuali risorse finanziarie rimanenti saranno ripartite tra tutti i beneficiari in funzione del rapporto tra numero di lavoratori dipendenti di ciascuna impresa e la somma del numero di lavoratori dipendenti di tutte le imprese che hanno presentato domanda e per le quali il contributo risulta spettante. L’ammontare del contributo riconosciuto a ciascuna impresa è pari al minore tra l’importo determinato a seguito della ripartizione e l’importo residuo di aiuti ancora fruibili, indicato dal soggetto richiedente.

Se l’ammontare del contributo spettante supera i 150 mila euro sarà necessario trasmettere alle Entrate l’autocertificazione di regolarità antimafia di tutti i soggetti da sottoporre alla verifica di cui all’art. 85 Dlgs n. 159/2011.

Con il provvedimento del 3 maggio scorso il Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha definito le modalità di presentazione delle domande, i termini di presentazione e le specifiche tecniche.

Come anticipato ciascuna domanda dovrà contenere la dichiarazione che i ricavi 2019 sono stati generati per almeno il 50% dai corrispettivi per i contratti di ristorazione collettiva e che la riduzione dei ricavi 2020 sia almeno del 15% rispetto a quelli del 2019.

Sulla base delle informazioni contenute nell’istanza l’Agenzia delle Entrate determina il contributo che sarà erogato mediante accredito sul conto corrente bancario o postale del richiedente. L’erogazione di importi superiori a 150 mila euro sarà condizionata alla trasmissione dell’autocertificazione di regolarità antimafia.

Prima dell’accredito dei fondi l’Agenzia effettua i controlli con i dati presenti in Anagrafe Tributaria per individuare eventuali anomalie o incoerenze che ne determinerebbero lo scarto.

Tra i controlli vi è anche quello della verifica che il conto corrente sul quale erogare il bonifico sia intestato o cointestato al codice fiscale del soggetto richiedente. La predetta verifica è effettuata mediante servizio realizzato da PagoPa Spa.

Qualora il contributo sia in tutto o in parte non spettante, l’Agenzia si adopera per recuperarlo, irrogando le sanzioni dovute compresi gli interessi. Il contribuente ha tuttavia la facoltà di procedere alla regolarizzazione spontanea, mediante restituzione dei contributi indebitamente percepiti e dei relativi interessi, nonché mediante versamento delle sanzioni.