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Appello cautelare nelle liti fiscali: rischio ingorgo e tutela in bilico

Ogni anno il 70% delle domande di sospensione degli atti del Fisco finisce nel magazzino degli arretrati del giudizio tributario di primo grado. Simile la media sul triennio 2020-2022. Richieste dei contribuenti che dovrebbero essere decise in 30 giorni, come prevede la legge. La realtà è però diversa. Quando va bene occorrono 180 giorni dal deposito dell’istanza. Viceversa o vengono decise oltre i 270 giorni, quando ormai il danno si è concretizzato, o restano giacenti, come le 53 mila istanze del 2022 che ancora devono essere analizzate. Si tratta di un problema che la riforma fiscale non affronta nel decreto legislativo sul contenzioso che ora apre all’impugnazione in appello del diniego della sospensiva dei giudici di primo grado, come prevede la modifica dell’art. 47, comma 4, Dlgs 546/1992. Questo potenziamento di tutela del contribuente rischia di scontrarsi con la difficoltà dei giudici di prima istanza di decidere in 30 giorni e con il flusso ipotetico di impugnazioni che dal primo grado si riverserebbero sul secondo. 


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