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Migranti al lavoro nei campi a Nardò, era riduzione in schiavitù

Con la sentenza n. 16136 la Corte di cassazione evidenzia che erano ridotti in schiavitù i lavoratori migranti, quasi tutti africani, che tra il 2008 e il 2011 sono stati impiegati a Nardò nella raccolta dei pomodori e delle angurie. I giudici di legittimità hanno confermato il reato di riduzione in schiavitù a carico degli intermediari, i c.d. caporali, ed escludendolo per i datori di lavoro. Per tutti è esclusa anche, per l’assenza di un’organizzazione e una struttura, l’associazione a delinquere. Secondi i giudici Supremi, l’individuazione nei datori di lavoro dei beneficiari della riduzione dei migranti in condizioni di criminale sfruttamento, non basta per affermare un’associazione a delinquere con gli intermediari né la corresponsabilità nella loro riduzione in schiavitù. Confermata invece la riduzione in schiavitù, anche senza l’elemento della costrizione fisica. 


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