Avvocatura e Ai: il rischio di accrescere i privilegi
Nel corso del Festival della Giustizia, organizzato da Aiga, 4C legal e Sole 24 Ore, dedicato al tema ‘Ai Society: Connessioni intelligenti per una nuova era’ che si è tenuto ieri, il presidente dell’Aiga, Carlo Foglieni ha evidenziato che i giovani avvocati hanno maggiore dimestichezza con le nuove tecnologie, eppure il 70% di loro non è in grado di esprimersi sui pro e sui contro dell’intelligenza artificiale. Il primo problema, dunque, è quello della formazione. L’Ai è una sfida e un’opportunità per la professione forense. E per questo è necessario conoscerla. Poi occorre che non sia appannaggio esclusivo dei grandi studi legali. Da qui l’appello all’avvocatura perché siano previste forme di sostegno e agevolazioni per accedere alle tecnologie di Ai da parte dei giovani professionisti e dei piccoli studi. La richiesta è stata accolta dalla prima presidente donna di Cassa forense, Maria Annunziata, la quale non ha nascosto le proprie perplessità su un uso esteso dell’intelligenza artificiale nell’attività giurisdizionale. Anche il presidente del Consiglio di Stato ha avanzato il rischio che solo i grandi studi potranno permettersi la tecnologia più avanzata dell’Ai.
