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‘Il paradosso Irpef, le nuove aliquote e l’effetto inflazione pesano sui redditi bassi’

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio promuove la linea di finanza pubblica ‘prudente e responsabile’ del governo, ma avverte che nel bilancio pubblico non c’è più spazio. E che ogni nuova esigenza, dal taglio delle tasse alla difesa, fino all’impatto di una nuova guerra commerciale sul Pil, dovrà essere finanziata con nuove misure di entrata o di spesa. Presentando ieri il Rapporto sulla politica di bilancio la presidente dell’Upb Lilia Cavallari ha detto: ‘Si apre una stagione di scelte impegnative che richiama la politica alla responsabilità di individuare le priorità su cui orientare le risorse’. L’effetto combinato dell’accorpamento delle aliquote Irpef e dell’inflazione sta mangiando una parte consistente di reddito agli operai e agli impiegati. Se il loro reddito aumenta in linea con l’inflazione il contribuente viene spinto verso scaglioni Irpef più elevati, subendo un incremento dell’aliquota media senza aver beneficiato di alcun miglioramento economico reale. Quando invece il reddito nominale è stabile o cresce meno dell’inflazione, le aliquote non si riducono in considerazione della diminuita capacità contributiva, determinando un prelievo proporzionalmente più alto. Questo effetto noto come ‘fiscal drag’ sta diventando pesante. (Ved. anche Il Sole 24 Ore: ‘L’inflazione gonfia l’Irpef: +21 miliardi in quattro anni Dimezzato l’effetto dei tagli’ – pag. 2 e Italia Oggi: ‘Taglio Irpef a effetto boomerang’ – pag. 25)


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