Test di vitalità per le perdite dopo ogni ingresso nel gruppo
La nuova normativa rivede i criteri di riporto delle perdite fiscali nelle operazioni straordinarie (fusioni, scissioni, conferimenti), per contrastare l’uso delle cosiddette “bare fiscali”. Il fulcro è la distinzione tra perdite infragruppo (maturate dentro un gruppo) e omologate (validate secondo test di vitalità e limiti patrimoniali). Le perdite non omologate sono soggette a limiti più stringenti. Il Dm del 27 giugno 2025 specifica che le perdite infragruppo devono derivare da periodi in cui le società erano già nel gruppo. Le perdite omologate circolano liberamente solo se il gruppo non cambia, altrimenti servono nuovi test. Le perdite eccedenti il patrimonio netto si considerano prioritariamente non omologate e vengono falcidiate. Le regole si coordinano anche con il consolidato fiscale, rendendo le perdite riattribuite non omologate. Il sistema appare complesso e poco coerente con l’obiettivo della semplificazione normativa.