Superbonus, per l’erede che ha fatto i lavori non c’è la plusvalenza
Il documento diffuso ieri dal Consiglio nazionale e dalla Fondazione dei commercialisti evidenzia che presenta ancora criticità la disposizione che, dal 2024, assoggetta ad Irpef la plusvalenza da cessione a titolo oneroso di immobili su cui sono terminati lavori agevolati da superbonus da non oltre dieci anni, nel calcolo della quale le spese sostenute non rilevano se l’intervento si è concluso da non più di cinque anni, mentre rilevano al 50% in caso contrario. La norma esclude dal perimetro applicativo gli immobili acquisiti per successione e quelli che siano stati adibiti ad abitazione principale del cedente o dei suoi familiari per la maggior parte dei dieci anni antecedenti alla cessione ovvero qualora tra la data di acquisto o di costruzione e la cessione sia decorso un periodo inferiore per la maggior parte di tale periodo. Secondo il documento, se è pacifica l’esclusione nel caso in cui l’erede ceda un immobile su cui i lavori sono stati eseguiti dal de cuius, lo stesso dovrebbe valere quando l’intervento agevolato è stato eseguito dall’erede. (Ved. anche Italia Oggi: ‘Cessione del fabbricato superbonus, bussola sulla gestione delle plusvalenze’ – pag. 32)