L’arte al 5% costa 8,4 mln
La Relazione tecnica allegata al decreto Economia stima in 8,4 milioni di euro all’anno la perdita dell’Iva sulle opere d’arte al 5%. Ricordiamo che dallo scorso 1°luglio è cambiato il trattamento Iva per la cessione di oggetti d’arte, d’antiquariato o da collezione. Sempre la Relazione evidenzia che la misura comporta minori entrate per 4,9 milioni di euro nel 2025 e 8,4 milioni di euro annui dal 2026. La stima si basa su dati forniti dagli operatori di settore. Per il 2023 si rileva un fatturato complessivo di circa 600 milioni di euro per le gallerie d’arte e 335 milioni per gli antiquari, quasi un miliardi di euro. Tuttavia, la maggior parte delle vendite è costituita da esportazioni non imponibili ai fini Iva: circa il 70% per le gallerie e il 67% per gli antiquari. Solo il 30-33% del fatturato è soggetto a Iva. All’interno di questa quota, l’opzione per il regime del margine riguarda il 40% per le gallerie e il 10% per gli antiquari. Il passaggio dall’attuale regime alla nuova disciplina determina una perdita di gettito stimata in 1,4 milioni di euro l’anno.