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Split payment senza società quotate L’eccezione delle partecipate pubbliche

Sin dall’introduzione dell’IVA, la fattura è stata considerata come un titolo di credito verso l’erario, simile a una banconota, ma generata da milioni di soggetti, con elevati rischi di perdita di gettito anche senza frodi. L’IVA resta detraibile, salvo collusione, anche se la fattura non viene pagata o il fornitore non la liquida. Un rimedio è il reverse charge, introdotto in Italia dal 1985, mentre lo split payment (dal 2015) non ha fondamento europeo: impone al cliente il versamento dell’IVA indicata in fattura. Nonostante l’impegno a non prorogarlo, l’UE ha autorizzato successive estensioni fino al 2026. Le società Ftse Mib usciranno dallo split nel 2025, salvo siano controllate da pubbliche amministrazioni, caso in cui restano soggette. Il ritorno alla fatturazione ordinaria dipende dalla data di emissione, ma una Faq recente considera solo la data di inserimento della fattura nel Sistema di Interscambio, creando ulteriori complicazioni.


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