Opzione pensionistica, forma scritta necessaria
Ricade sul datore di lavoro l’eventuale errore sulla forma scritta della comunicazione all’Inps del dipendente che intenda optare per il trattamento pensionistico di natura retributiva. Non scusano, non solo il riscontro dell’inesistenza di un onere specifico di legge, ma anche la buona fede dei soggetti coinvolti e la ricorrenza riconosciuta di tutti i requisiti soggettivi di legge. È questo il sostanziale effetto dell’intervento della Cassazione, con sentenza n. 17703 del 30 giugno, circa gli impedimenti per la scelta del lavoratore prevista dalla legge n. 335/1995, ma con prevedibili ricadute in altri ambiti previdenziali. D’ora in avanti si impone ad aziende e professionisti di indagare con particolare attenzione e riscontri obiettivi le dichiarazioni dei dipendenti sulla loro situazione contributiva. Il caso valutato dalla Corte riguarda la posizione del dipendente di una società che all’atto dell’assunzione, dichiarava l’intenzione di godere dell’opzione pensionistica a favore del regime contributivo.