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Decreto 231, prevenire reati dell’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale non può delinquere, ma può essere strumento di reati a vantaggio dell’ente, che ne risponde se non ha previsto, prevenuto o controllato i rischi. Gli algoritmi possono falsificare bilanci, manipolare mercati, alterare dati o causare incidenti mortali sul lavoro, generando responsabilità penale per l’ente secondo il Dlgs 231/2001. È quindi necessario adottare protocolli specifici – i cosiddetti “AI Governance Protocol” – che includano registri degli algoritmi, tracciabilità delle decisioni, flag automatici e separazione dei ruoli. Il disegno di legge sull’IA approvato nel 2025 introduce reati specifici (deepfake, scraping, data mining abusivo) e aggravanti per crimini commessi tramite IA. Il regolamento europeo AI Act impone obblighi stringenti per i sistemi ad alto rischio, con sanzioni per l’uso illecito. Le aziende devono quindi dotarsi non solo di strumenti tecnici, ma anche di formazione, audit e un modello organizzativo solido, per evitare di incorrere nella colpa di organizzazione.


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