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Premi solo ai lavoratori fissi non per forza discriminatori

Con l’ordinanza depositata lo scorso 10 luglio nella causa C-823/24, la Corte di giustizia Ue ha stabilito che non viola il diritto europeo una normativa che riserva premi ai soli lavoratori a tempo indeterminato, se i lavoratori a tempo determinato percepiscono una retribuzione oraria più alta. La pronuncia risponde a un rinvio del Tribunale di Trento riguardante tecnici teatrali assunti prima con contratti a chiamata e poi come stagionali. I lavoratori ritenevano discriminatorio l’accesso posticipato ai premi e al superminimo. La Corte ha chiarito che la clausola 4 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato richiede parità solo tra situazioni effettivamente comparabili, e che è ammesso un trattamento diverso se giustificato oggettivamente. I premi rientrano tra le “condizioni di impiego”, ma non vi è discriminazione se la retribuzione complessiva dei determinati è più elevata, anche al netto dei premi. Gli Stati restano liberi di introdurre tutele più favorevoli per i lavoratori a termine.


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