Per i nuovi reati serve il coordinamento con il decreto 231
Con la legge n. 132/2025 il legislatore ha introdotto per la prima volta reati espressamente connessi all’uso dell’intelligenza artificiale. Trattandosi di un intervento necessario restano però aperte delle questioni strutturali che rischiano di ridurne l’efficacia applicativa. Il nuovo delitto di ‘illecita diffusione di contenuti generati o alterati con sistemi di intelligenza artificiale’ interviene su fenomeni reali e sempre più insidiosi, ma non si colloca in modo chiaro nel sistema della responsabilità degli enti. Manca, infatti, un coordinamento con il Dlgs 231/2001: le nuove fattispecie non trovano spazio nella disciplina da reato degli enti, con la conseguenza che l’organizzazione complessa che abbia eventualmente beneficiato dell’illecito non potrà essere chiamata al banco degli imputati. Ne derivano incertezze e difficoltà nelle predisposizione dei modelli organizzativi e dei presidi interni di prevenzione.