Negli affitti brevi la cedolare al 26% colpisce mezzo milione di case
Secondo l’associazione italiana gestori degli affitti brevi (Aigab) la misura contenuta nella legge di Bilancio 2026 colpirà tutte le 500 mila case attualmente nel circuito degli affitti brevi, disincentivando il ceto medio che possiede questi immobili dal continuare ad investire per manutenerli. Aigab parla di stangata. Fatti i calcoli su una casa media da 25 mila euro l’anno di incasso, si tratterebbe di un aumento della sola cedolare di 1.300 euro l’anno, con la pressione fiscale complessiva che passerebbe dal 46% al 52%. Contro la nuova cedolare anche la Fiaip, la Federazione italiana agenti immobiliari professionali, che chiede di stralciare l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi, considerando la misura iniqua e discriminatoria che penalizza i cittadini e colpisce gli agenti immobiliari, veri garanti di legalità e trasparenza. Anche per la Federazione italiana mediatori agenti d’affari (Fimaa) l’incremento al 26% della cedolare non avrebbe impatti concreti sul territorio.