Elusione se contrasta le norme
Con la sentenza n. 1166 depositata lo scorso 16 gennaio la Corte di cassazione ha stabilito che la scelta del soggetto passivo di adottare il comportamento fiscalmente meno oneroso non integra di per sé una fattispecie elusiva, dovendo al riguardo ricorrere il conseguimento di un vantaggio indebito, cioè contrario allo scopo delle norme tributarie, quale causa concreta della fattispecie negoziale. La depenalizzazione delle condotte elusive non è stata accompagnata da una generale ed assoluta ‘penalty protection’, restando applicabili le sanzioni amministrative tributarie. Nel caso analizzato la subholding di un gruppo italiano aveva ceduto una quota di partecipativa in un soggetto olandese, previa delibera di distribuzione di dividendi. Il pagamento di quest’ultimi veniva postergato alla suddetta dismissione. Il fisco contestava l’indeducibilità della minusvalenza realizzata.
