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Crediti ceduti al di sotto del valore nominale: decisiva la due diligence del professionista

Il mercato della cessione dei crediti derivanti dai bonus edilizi non è ancora ripartito. Il canale bancario non ha ripreso gli acquisti e la conseguenza è che spesso chi ha crediti fiscali da cedere si trova a trasferirli ad ‘altri soggetti’ diversi dalle banche in cambio di corrispettivi inferiori sia al valore nominale del credito sia ai prezzi medi praticati dagli istituti di credito. Alcuni operatori hanno paventato il rischio, per gli acquirenti, di incorrere in eventuali azioni revocatorie qualora il soggetto che ha ‘svenduto’ un credito d’imposta dovesse incappare in una procedura di crisi d’impresa. Altri si sono chiesti se non si debba valutare la compatibilità dell’acquisto con il rispetto delle soglie di usura. In caso di cessioni, pur in presenza di contestazioni, se l’acquirente ha le carte in regola, è solo provando il suo dolo che il Fisco può far scattare il suo ricorso. Di per sé l’acquisto a un prezzo basso non implica il dolo ma alcuni si chiedono se questo non possa far venire meno la ‘buona fede ‘ dell’acquirente. Il consulente è chiamato a svolgere un ruolo di trait d’union nella compravendita dei crediti attraverso un’attenta attività di due diligence finalizzata a ridurre i rischi per entrambi i contraenti. 


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