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Cripto-attività e principi contabili: l’incognita della derivazione rafforzata

L’Agenzia delle Entrate ha dedicato la circolare n. 30/E/2023 al tema delle cripto-attività. Il provvedimento era atteso da tempo se si considera che dallo scorso gennaio è in vigore il nuovo (o meglio, il primo) regime fiscale in materia. Gran parte del documento di prassi amministrativa è dedicato ai soggetti Irpef, mentre un solo paragrafo riguarda i soggetti titolari di reddito d’impresa. Per quest’ultimi, e in particolare per quelli che assumono la veste di soggetti Ires, il testo prevede che dovranno essere applicate, di volta in volta, le norme fiscali relative alle qualificazioni e classificazioni che gli asset assumono in bilancio. Questa precisazione è di difficile applicazione pratica, visto che né i principi contabili nazionali né quelli internazionali contengono una definizione di cripto-attività. Attualmente sia gli Oic che gli Ias/Ifrs non disciplinano la modalità di rilevazione degli asset. La circolare riconosce che le cripto-attività possono essere oggetto di diverse classificazioni contabili, con conseguente applicazione delle relative regole fiscali. 


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