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Patto biennale fiscale, 10 nodi da sciogliere in attesa del software

Il concordato preventivo biennale dovrà contribuire a finanziare la riduzione delle imposte. Il suo successo si misurerà sul numero dei contribuenti che accetteranno il reddito proposto dal Fisco per il biennio 2024-2025. E sul volume aggregato di questo reddito, dal quale dovrà derivare un maggior reddito per le casse dello Stato. I potenziali interessati sono oltre 4,5 milioni. La cornice normativa del concordato è fissata dal Dlgs n. 13/2024. E i modelli dichiarativi approvati dall’Agenzia delle Entrate per l’anno 2024 hanno fatto spazio alle caselle per aderire al patto ma mancano elementi fondamentali. Per i commercialisti e gli altri professionisti ci sono almeno 10 nodi applicativi da sciogliere. Dal calcolo dei debiti tributari o previdenziali che inibiscono l’accesso al concordato preventivo biennale fino alle criticità nella gestione delle perdite su crediti. Per i contribuenti, invece, tutto dipenderà dal quantum del maggior reddito che il Fisco proporrà e dai ‘vantaggi percepiti’ a livello di controlli in caso di adesione. 


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