Rassegna Fiscale

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Per i giudici non sempre la prova ricade sul Fisco

Non sempre l’onere della prova ricade sul Fisco.Anche dopo l’introduzione del comma 5-bis all’art. 7 del Dlgs 546/1992, restano i vecchi criteri di ripartizione dell’onere probatorio, che, in alcuni casi, grava sul contribuente. Si tratta di una delle indicazioni arrivate dalla giurisprudenza di merito in merito alle questioni applicative della norma, introdotta dalla riforma del processo tributario ed in vigore dal 16 settembre 2022, che pone a carico dell’ufficio l’onere di dimostrare la fondatezza delle contestazioni. Uno dei dubbi iniziali riguardava l’efficacia della norma, ovvero se questa fosse applicabile solo a partire dagli accertamenti notificati dal 16 settembre 2022, oppure già ai processi in corso a tale data. I giudici di merito propendono per quest’ultima tesi, dato il carattere processuale della norma. Per i giudici la nuova normativa non stravolge l’ordinaria ripartizione dell’onere della prova. Per cui se, ad esempio, l’ufficio provvede al recupero di alcuni crediti ritenuti inesistenti, spetta al contribuente provare che i crediti non erano fittizi. 


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