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Esterovestizione a maglie larghe

La Cassazione, con la sentenza n. 3386 dello scorso 6 febbraio, ha evidenziato le implicazioni della esterovestizione attraverso maglie larghissime, permettendo all’ufficio di intervenire non solo sulle imposte dirette, ma anche su quelle indirette come l’Iva e l’imposta di registro. Questo riguarda operazioni apparentemente estere che possono essere trattate come nazionali, portando a ipotesi di reati tributari. La questione analizzata trae origine da un avviso di liquidazione per una società fiscalmente inglese ma con interessi principali in Italia, che ha ricevuto un immobile in Italia da un socio italiano, evitando l’imposta proporzionale di registro grazie alla presunta residenza estera. I giudici di piazza Cavour hanno chiarito che la presunzione di esterovestizione si applica anche alle imposte indirette come l’Iva, basandosi su normative europee e costituzionali. Questo principio può avere ampie implicazioni, incluso il recupero dell’Iva non versata e il rischio di punizione penale per il superamento della soglia di reddito non dichiarato.


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