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Confindustria: da rivedere le norme su whistleblowing

Intervenire sul perimetro delle imprese interessate, sia pubbliche che private, limitare le segnalazioni destinate a pubblicità, prevedere sanzioni efficaci per le segnalazioni false o infondate, istituire un sistema di protezione per la persona coinvolta da segnalazioni. È un pacchetto di modifiche che tocca molti punti cruciali dello schema di decreto legislativo che recepisce l’ultima direttiva sul whistleblowing quello che Confindustria ritiene necessario in un paper inviato al Parlamento, mentre la commissione Giustizia della Camera domani voterà il parere sul testo approvato a inizio dicembre dal Consiglio dei ministri. Secondo il paper andrebbero limitate le tipologie di imprese interessate. L’ambito di applicazione dovrebbe concernere nel settore privato i soggetti dotati di modello organizzativo 231 che impieghino più di 50 dipendenti. Il provvedimento, invece, prevede un ampliamento dell’ambito soggettivo di applicazione anche alle piccole e micro-imprese sotto i 50 dipendenti, se dotate di un modello 231. Le segnalazioni di violazioni del modello 231 dovrebbero poi essere veicolate attraverso un canale interno, distinguendosi da quelle di reati presupposto della responsabilità 231.


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