Class action ancora al rallenty
Stenta ancora a decollare in Italia la class action. A fine giugno è entrata in vigore la riforma in chiave europea che si sovrappone alla nuova class action nazionale, la quale si affiancherà all’esistente disciplina dettata dalla legge n. 31/2019. La nuova azione, definita ‘rappresentativa’ potrà essere o ‘inibitoria’ cioè finalizzata a far cessare una certa condotta, oppure potrà essere ‘compensativa’, cioè finalizzata a ottenere un risarcimento, un rimborso o la risoluzione di un contratto. Le azioni previste dal Dlgs n. 28/2023 potranno essere avviate solo dalle associazioni dei consumatori e da organismi pubblici indipendenti nazionali. Affari Legali ha sentito alcuni professionisti che affiancano le associazioni di rappresentanza nel promuovere azioni collettive. Tra le ragioni che hanno reso poco appetibile il ricorso alla class action in Italia c’è la superfetazione della normativa in materia. (Ved. anche: ‘Class action, l’istituto non parte: le cause sono solo una ventina’ – pag. 2 stesso inserto e testata)