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Discriminatorio licenziare il lavoratore oncologico

È discriminatorio licenziare il lavoratore malato oncologico. A sostenerlo la Cassazione civile, sezione lavoro, nella sentenza n. 11731 di ieri. Va dunque reintegrato nel posto di lavoro e risarcito il lavoratore affetto da una patologia oncologica cronica che ne riduce la capacità lavorativa fino al 75%. Lo stesso era stato licenziato perché con le assenza aveva superato il periodo di comporto previsto dal contratto collettivo. A suo favore, però, opera un onere della prova attenuato: il lavoratore si limita a fornire elementi di fatto dai quali desumere la discriminazione. Al datore di lavoro, invece, il compito di dimostrare l’insussistenza. Respinto il ricorso dell’azienda, costretta a pagare l’indennità dalla data del recesso fino alla restituzione del posto più i contributi. 


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