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Decreto Priolo illegittimo perché senza scadenza

Nella sentenza n. 105, depositata ieri, la Corte costituzionale ha stabilito che sono legittime soltanto per il tempo strettamente necessario per terminare gli indispensabili interventi di risanamento ambientale le misure del Governo che impongono la prosecuzione di attività produttive di rilievo strategico per l’economia nazionale, nonostante il sequestro degli impianti ordinato dall’autorità giudiziaria. I giudici delle leggi hanno esaminato la questione sollevata dal Gip del Tribunale di Siracusa nell’ambito di un procedimento relativo al sequestro degli impianti di depurazione di Priolo Gargallo. La questione riguardava il decreto legge 2/2023 e l’autorizzazione del Governo ad adottare ‘misure di bilanciamento’ che consentano di salvaguardare la salute e l’ambiente senza pregiudicare gli interessi economici nazionali e la salvaguardia dell’occupazione. A non funzionare nel decreto Priolo è l’assenza di un termine massimo di durata delle misure straordinarie. La Corte indica in 36 mesi la durata massima, senza possibilità di proroghe, del termine a cui ancorarsi per un’interpretazione costituzionalmente orientata. 


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