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Libertà di parola per i magistrati La stretta non sarà nel decreto

Oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri arriva il decreto giustizia che ha provocato forti reazioni della magistratura. Oltre a nuove regole sulla cyber security, prevedeva una stretta disciplinare per giudici e pm. In particolare l’ipotesi di sanzionare i magistrati che non si astengono ‘quando sussistono gravi ragioni di convenienza’. Ma, a sorpresa, nel testo che arriverà oggi in Cdm questa norma non ci sarà. Il Guardasigilli Nordio non ha intenzione di inserirla. In questo modo il ministro intende tenere conto delle critiche delle toghe e lavora per riportare i temi del confronto su livelli meno conflittuali. Fonti vicine al ministro sostengono che non sia stato lui a volere la norma. E nemmeno il Governo. L’ipotesi è nata a seguito dell’abolizione dell’art. 323 sull’abuso d’ufficio, quando è stato sollevato il problema del vuoto normativo nel caso in cui qualche magistrato non si astenesse in casi non tassativamente catalogati ma richiesti appunto da ‘gravi ragioni di convenienza’. E da lì estendere l’obbligo di astensione alle ‘ragioni di opportunità’ il passo è stato breve.


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