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Anche se amministra una società c’è il reato di appropriazione indebita

Il reato di appropriazione indebita scatta anche quando ad amministrare il condominio è una società. Ad affermarlo è la Corte di cassazione nella sentenza n. 37190/2020. Per i giudici di legittimità non è necessario che ci sia un rapporto di subordinazione o di dipendenza o di un rapporto formale tra l’autore del fatto e la persona offesa: basta che l’agente abbia tratto illecito vantaggio da un rapporto d’opera, abusando della posizione che ne deriva. Dunque, il reato è attribuibile all’amministratrice che ha gestito i condomìni, sia pure utilizzando lo schermo giuridico della società a lei totalmente riferibile, in quanto legale rappresentante e socia unica. La Corte ha confermato la condanna per abuso di fiducia nei confronti di 4 condomìni di cui l’amministratrice aveva gestito la cassa e la contabilità in modo illecito, impossessandosi di alcune somme conferite per il loro funzionamento.


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