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Frenata della Cassazione sulla data retention

La sentenza della Corte Ue sulla data retention non può trovare applicazione nel nostro ordinamento. Serve un intervento del legislatore e nel frattempo il Codice della privacy dovrà regolare l’acquisizione dei tabulati telefonici. A sostenerlo la Corte di cassazione, sezione penale, nella decisione n. 33116 che si è pronunciata su una questione controversa che aveva visto dividersi diversi Gip. A monte della sentenza c’è la pronuncia della Corte Ue del 2 marzo scorso nella quale da una parte si sosteneva la necessità dell’esame di un’autorità terza sulla domanda di acquisizione dei dati avanzata dal rappresentante della pubblica accusa, dall’altra si negava l’accesso da parte delle autorità pubbliche a un insieme di dati in grado di poter ricostruire le comunicazioni di un utente in violazione della disciplina sulla privacy. Divieto, tuttavia, non assoluto e che trovava un’eccezione nelle procedure di contrasto alle forme gravi di criminalità e di prevenzione di gravi minacce alla pubblica sicurezza.


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