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Giovani lavoratori in fuga

Ogni anno si spendono più di 14 miliardi di euro per formare giovani che poi, per lavorare, emigrano all’estero. Negli ultimi 10 anni sono espatriati 248mila under 34. Il mancato impatto sul Pil ammonta a 16 miliardi di euro. La mèta preferita è la Gran Bretagna, nonostante il pericolo Brexit. Problemi simili per i dottorati, visto che su oltre 13mila ricercatori che lo hanno ottenuto meno del 10% riesce ad ottenere un posto a tempo indeterminato nelle università italiane e il 56% dichiara che costruirà il proprio futuro professionale all’estero. E’ quanto emerge dal nono rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione redatto dalla Fondazione Leone Moressa e presentato ieri. Negli ultimi 10 anni gli italiani emigrati all’estero per lavoro sono stati 500mila di cui la metà tra i 15 e i 34 anni. Alto il tasso dei Neet (30,9%). Dato più alto tra i Paesi Ue dove la media è del 17,1%.


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